Donazione degli organi: il consenso si raccoglie in comune
Dal 1 dicembre, sarà possibile sottoscrivere la propria volontà al momento del rinnovo della carta di identità

Dal 1 dicembre, al momento del rinnovo o rilascio della carta di identità, sarà possibile sottoscrivere l’assenso alla donazione degli organi. Questa l’innovazione annunciata dal sindaco di Luvinate Alessandro Boriani
COME FUNZIONA – L’interessato, al momento del rilascio/rinnovo della carta di identità, manifesta il consenso o il diniego alla donazione sottoscrivendo la dichiarazione contenuta in un modulo standard, che solo su richiesta del dichiarante potrà essere riportata anche sul documento di identità. Il comune dovrà inviare il dato, insieme ai dati anagrafici del dichiarante e a quelli della sua carta di identità, al Sistema informativo trapianti (Sit), che è il data base nazionale delle manifestazioni di volontà in tema di donazione di organi e/o tessuti, ed è l’elemento centrale del sistema, consultato dai Centri regionali per i trapianti in tutti i casi di potenziali donatori in stato di accertamento di morte cerebrale.
MANIFESTAZIONE LIBERA – La manifestazione della volontà a donare o meno, che è libera, risponderà a una facoltà e non a un obbligo, e può essere resa solo da cittadini maggiorenni. Se il cittadino ritiene di non esprimere alcuna volontà (non accetta il modulo o non lo rende) non verrà ovviamente registrato nulla nel SIT, mentre il documento verrà rilasciato ugualmente. Non verrà trascritto nulla sul documento, nel rispetto dell’attuale normativa. In qualsiasi momento è possibile cambiare la propria decisione.
NON VALE IL SILENZIO ASSENSO – In Italia non esiste il silenzio-assenso: se non vi è stata una esplicita manifestazione di volontà in vita, adeguatamente documentata (sia essa favorevole o contraria), la decisione sulla donazione dopo la morte è affidata ai famigliari, in un momento particolarmente triste e drammatico, quando non è facile prendere decisioni delicate e condivise. Anche per questo si devono registrare ancora molti casi di non consenso (“opposizione”) alla donazione, che rendono ovviamente impossibile il prelievo e quindi il trapianto: il tasso di opposizione in Lombardia è stato nel 2013 del 26% e ciò ha comportato la mancata effettuazione di 250-300 trapianti.
UNICA CURA DISPONIBILE – Il trapianto di organi è la migliore se non l’unica cura disponibile in molte malattie, spesso salvavita, come per esempio nel caso del polmone, del cuore, del fegato, ma ugualmente importantissima come il trapianto di rene per i pazienti in dialisi. I risultati clinici sono veramente buoni, sia in termini di sopravvivenza sia di qualità di vita, comparabili con quelli osservati a livello internazionale, a conferma del livello di eccellenza del nostro sistema, che garantisce trasparenza del processo, equità nelle opportunità di accesso e completa gratuità.
I NUMERI – In Italia si eseguono oltre 1500 trapianti ogni anno, ma i pazienti in lista d’attesa sono quasi 9.000 e i tempi di attesa in lista devono essere abbreviati. L’aumentare le possibilità di donazione anche attraverso il contenimento delle opposizioni contribuisce a migliorare questa situazione.
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