Donne maltrattate, in provincia di Varese 420 denunce nel 2015
Gabriella Sberviglieri, da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne, fornisce i dati del territorio varesino, il più attrezzato della Lombardia con sei centri riconosciuti
Sono più di 420 le donne della provincia di Varese che lo scorso anno si sono rivolte ad un centro di ascolto o ad uno sportello antiviolenza per chiedere aiuto. Un dato già di per sè agghiacciante, ma che è solo la punta dell’iceberg.
Stando alle statistiche nazionali riportate dall’Istat, nel 2014 solo l’11% delle donne maltrattate ha avuto la forza e il coraggio di denunciare il proprio persecutore. Questo significa che in provincia di Varese potrebbero essere quasi 4.000 i casi di maltrattamento e violenza che restano nascosti tra le mura domestiche.
A fornire queste cifre preoccupanti è Gabriella Sberviglieri, da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne, nel sindacato e non solo. Dopo dodici anni come Consigliera di Parità della Provincia di Varese, oggi siede al Tavolo regionale lombardo contro la violenza, osservatorio privilegiato di questo fenomeno in una regione”che – spiega – ha il più alto tasso di femminicidi in Italia”.
“I dati nazionali ci dicono che cresce, anche se lentamente, il numero delle donne che denunciano e chiedono aiuto – spiega Gabriella Sberviglieri – Se nel 2007 erano solo il 7%, il dato dell’11% registrato nel 2014 è un segnale positivo. Inoltre sta cambiando la percezione delle donne: oggi il 35% di chi subisce maltrattamenti e violenze è consapevole di essere oggetto di un reato. Sono dati positivi, ma c’è ancora tanto lavoro da fare, per far emergere questo fenomeno, per cambiare la cultura che lo genera e anche per dotare il Paese di strutture e risorse adeguate”.
La provincia di Varese, nel panorama regionale, è una delle più attrezzate, ed è quella che ha il maggior numero di centri antiviolenza riconosciuti: “Sono sei i centri riconosciuti da Regione Lombardia e che dal 2016 si sono costituiti in due reti interistituzionali: la Rete di Varese, che copre un territorio di circa 480mila abitanti, e la Rete di Saronno-Busto con circa 150mila abitanti”. Grazie a questo lavoro di coordinamento le due reti hanno potuto rientrare nei finanziamenti della Regione Lombardia, che quest’anno ha erogato circa 156mila euro per coprire i costi legali, di assistenza e sostegno psicologico alle donne prese in carico.
“Sono fondi ampiamente insufficienti – dice però Gabriella Sberviglieri – perché il lavoro da fare è immenso, sia per gli interventi diretti sia per i progetti di prevenzione attuati dai centri antiviolenza”.
A livello nazionale le cose non vanno meglio: “Il Governo ha stanziato circa 40 milioni di euro, 19 già erogati e 20 che non sono ancora arrivati. Sembrano tanti, ma sono niente: si calcola che il costo della violenza contro le donne, tra costi per i ricoveri sanitari, l’assistenza e quelli per i procedimenti giudiziari ammontano ogni anno a 17 miliardi di euro. Forse sarebbe meglio spendere più soldi per contrastare questo fenomeno che non per pagarne le conseguenze”.
Tante le iniziative organizzate in questa giornata nei comuni. A Varese, fra gli altri appuntamenti, gli studenti hanno simbolicamente dipinto di rosso una panchina di Palazzo Estense.
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