Ginelli: “La mia astensione e i risultati politici”
Polemica leghista sul voto del rendiconto in Provincia, Esperienza civica rivendica la sua scelta
Riceviamo e pubblichiamo
Voglio contribuire con alcune pacate riflessioni in merito al voto sul
rendiconto provinciale dell’assemblea dei Sindaci del 9 u.s. Le assenze di
alcuni comuni possono trovare motivazioni diverse legate alla attività
ordinaria degli enti sottoposti ad un vero tour de force amministrativo per
le scadenze di questo periodo.
Non si deve, a mio sommesso parere,
etichettare un voto solo in ragione di una appartenenza politica presunta
o reale ma considerarlo sempre come una assunzione di responsabilità
frutto di una analisi nel merito. Perciò ho deciso di astenermi in coerenza
assoluta con il mio voto in consiglio provinciale e ho rispetto delle diverse
espressioni di voto dei miei colleghi in assemblea.
La reprimenda sulle assenze mi lascia sorpreso e non sono d’accordo sulle accuse di opportunismo di Longhin a questa o quella parte invitandolo piuttosto a
guardare in casa propria. Inoltre vorrei capire come si possa essere
coerenti annunciando a gran voce di essere assenti in Commissione
Bilancio, salvo poi essere presenti e votare contro il bilancio di previsione
ma essere favorevoli al piano delle alienazioni che lo sostiene?
Invito l’amico Longhin a pacare la sua indubbia vis polemica. Se si vuole
avere i numeri necessari per contare, trovo utile pensare ad una
opposizione ragionata e nel merito di bilancio, sistema idrico, investimenti
in edilizia scolastica, organizzazione del personale e funzionalità dell’ente,
temi che interessano e preoccupano i Sindaci più che i teatrini della
politica, a cui lascio volentieri ad altrui il ruolo di attore principale o di
comparsa.
La buona politica serve per costruire, organizzare il consenso degli
amministratori e dei cittadini su temi concreti e non necessita di accuse e
polemiche che contribuiscono ad alimentare diffidenze e perplessità
reciproche.
In caso contrario si rischia di fare non solo il gioco degli avversari ma anche
portare acqua al mulino vorticoso dell’antipolitica.
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