Un elicottero sicuro, ma il meteo resta la vera incognita
Rodolfo Biancorosso, editore di VFR Aviation è pilota e giornalista aeronautico: racconta le caratteristiche dell’AW109, caduto sabato scorso in Valceresio
Le prime informazioni di ieri pomeriggio, sabato, quando si diffuse la notizia della sciagura aerea costata la vita a una passeggera, parlavano anche di “ultraleggero”.
In realtà le caratteristiche dell’AW109 sono ben precise: un mezzo civile affidabile, sicuro e molto diffuso. Ma allora cosa può essere accaduto fra le montagne piene di nuvole in Valceresio? E quali sono i sistemi di anticollisione presenti a bordo di questi elicotteri?
Domande che abbiamo girato a Rodolfo Biancorosso, editore di VFR Aviation (www.vsaviation.it), mensile di aviazione italiano in edicola, a breve diffuso nel mondo in lingua inglese.
Biancorosso è pilota e giornalista aeronautico, ed è stato per 15 anni direttore del mensile Aviazione Sportiva, il più diffuso magazine aeronautico italiano destinato ai piloti per passione.
«L’elicottero è un AW109 prodotto da Leonardo Helicopters (ex Agusta Westland), macchina executive comoda e veloce di gamma alta, biturbina, diffusa in tutto il mondo. Diciamo che si tratta di una macchina estremamente sicura. Tuttavia non possiamo sapere al momento cosa sia successo ieri, ma è possibile immaginare che le condizioni meteo siano improvvisamente peggiorate portando a quello che in termine tecnico è definito CFIT (Controlled Flight Into Terrain) vale a dire l’urto con il terreno mentre il velivolo è in volo, situazione tipica della mancanza di visibilità».
Ma questi velivoli dispongono di strumentazioni specifiche per leggere rilievi o terreno sottostante?
«La strumentazione di bordo dispone di sistemi di “allerta di prossimità con il terreno” che con una rappresentazione a colori della mappa del terreno sorvolato, informano il pilota di un potenziale rischio di collisione, ma va detto che se le condizioni, specie in zone di montagna, cambiano improvvisamente, può essere difficile regolare la quota con tempestività. Il pilota, persona esperta, potrà dire cosa è successo a breve (l’ANSV, Agenzia nazionale per la Sicurezza del Volo si occupa delle inchieste con efficienza e tempestività)».
Rodolfo conosce il pilota, ora ricoverato all’ospedale di Varese: non è in pericolo di vita, ma resta in osservazione. E conosceva anche la vittima, Stefania Fendoni: «La notizia ha profondamente colpito la comunità dei piloti e degli appassionati di volo: la passeggera che ha perso la vita era una grande appassionata di volo, frequentatrice abituale dell’aeroporto di Sondrio Caiolo, molto conosciuta nell’ambiente».
Una nota a margine riguarda proprio la questione degli “ultraleggeri”: «Ogni volta che accade un incidente, di qualsiasi tipo, la stampa generalista parla di “ultraleggeri” anche se i velivoli interessati sono executive come in questo caso. Gli ultraleggeri sono aerei ed elicotteri – appunto – leggeri, con uno o due posti al massimo, del peso in ordine di volo di 450 kg. Macchine da turismo leggero, affidabili e sicure anch’esse, che nulla hanno a che vedere con gli aeromobili convenzionali con quattro, sei o più posti, e pesi anche di qualche tonnellata».
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