“Basta decisioni dall’alto. Il futuro dell’ospedale si discuta con noi”
Venticinque sindaci protestano contro la decisione di togliere il reparto di ortopedia dal Pia Luvini. Venerdì 9 dicembre incontro pubblico per parlare delle future azioni di difesa

« La nostra battaglia è appena iniziata. Non possono trattarci come semplici gestori di aiuole» Questa mattina, sabato 3 dicembre, in Comune a Cittiglio, i sindaci dei territori legati all’ospedale Pia Luvini si sono riuniti per ribadire l’importanza del presidio e la necessità che torni a essere pienamente funzionante.
Venerdì 9 dicembre, alle ore 21, nel parco pubblico vicino alla stazione verrà spiegata alla cittadinanza la situazione: « Abbiamo lavorato con i medici del territorio i tecnici per avere una fotografia dettagliata del lavoro di questo ospedale – spiega il primo cittadino di Cittiglio Fabrizio Anzani – ciò che è emerso, è una fotografia importante del valore del presidio per la nostra popolazione».
Sono 25 le amministrazioni coinvolte in questa battaglia contro “i piani alti del Pirellone” : « Per modificare un servizio pubblico occorre relazionarsi con chi rappresenta quel territorio – commenta Giampietro Ballardin – non è possibile che si facciano tagli e riorganizzazioni sopra le nostre teste».
La Riforma della Sanità impone una riorganizzazione delle rete sanitaria più basata su territorio e cronicità che sulle cure urgenti ospedaliere : « Va bene riorganizzare ma con il coinvolgimento di chi conosce il tipo di popolazione residente e i suoi bisogni» sottolinea Riccardo Del Torchio sindaco di Besozzo.
Nella battaglia entra in gioco anche la comunità montana Valli del Verbano che tutela le sorti dei due presidi del Verbano: « È ora di superare i campanilismi e di lottare per portarsi via i servizi l’un l’altro – ammonisce il Presidente Giorgio Piccolo – la centralizzazione per motivi economici creerà gravi disservizi a tutti».
Il 20 gennaio è previsto l’arrivo dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: « Allora dobbiamo fermare l’approvazione dei POAS ( Piano organizzativi aziendali) perché dopo non sarà più possibile intervenire – ricorda Anzani – Prima ci convochino e si confrontino con noi. La decisione di chiudere l’ortopedia non ha alcun senso stando ai numeri del reparto. È un bisogno vero di questo territorio: un pronto soccorso senza specialista non può esistere. E se vogliamo essere più chiari, questa riorganizzazione non rispetta neppure i parametri dell’omogeneità previsti dalla Riforma».
Appuntamento, quindi, venerdì 9 dicembre alle 21,. Ci sarà anche il Comitato spontaneo sorto per la salvaguardia del Pia Luvini: « Questo ospedale è sorto grazie alle donazioni dei benefattori. È stato ristrutturato ed è pienamente funzionante. Non si può disperdere un patrimonio simile» conclude Ballardin.
La politica di riordino dell’attività sanitaria sta innescando una serie di polemiche nei territori per gli interventi che indeboliscono l’offerta ospedaliera:
qui il riassunto.
La nuova riforma della sanità porterà a cambiamenti nell’attuale assetto organizzativo. L’ospedale non sarà più il centro dell’offerta ma sarà in rete con il potenziamento dei presidi territoriali: ecco le linee
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