Caravate: un canto natalizio nigeriano in chiesa
Il racconto di una Messa di Natale "particolare"
La bella cornice della chiesa parrocchiale di Caravate, durante la S. Messa solenne del giorno di Natale, ha ospitato un coro di ragazzi nigeriani, che ormai da tempo sono accolti a “Villa Letizia”, la struttura della cooperativa Agrisol, il braccio operativo della “Caritas comasca” nelle Valli Varesine.
Potere cantare in chiesa nel giorno di Natale è stato per questi ragazzi cristiani, legati dalla passione per la musica e il canto, un regalo particolare perché hanno potuto rivivere un pezzetto del tempo di Natale della loro terra, assaporare quel profumo di nostalgia, che può far bene al cuore, ma che la lontananza sfuma in modo ineluttabile. Nonostante la lunga strada che li ha portati in Italia per rincorrere un progetto che forse rimarrà per sempre un sogno, infatti, non possono né smarrire né dimenticare le loro radici.
Hanno cantato una tipica nenia natalizia nigeriana, ritmata dal battito delle mani perché la musica africana è gioia. E’ bastato poco perché anche i presenti si unissero a loro, poichè ai loro cuori era arrivato il messaggio di quel canto, fatto di parole e di note cariche della suggestione di un mondo lontano e sconosciuto. Si avvertiva che la nenia era profondamente incisa dentro l’anima di ognuno di questi giovani migranti e che per loro era una preghiera, dove l’armonia, intrinseca al significato delle parole, era davvero un’ invocazione cantata al Signore. La musica ha così coinvolto e parlato al cuore di tutti, come il canto degli angeli in quella lontana notte di Betlemme.
Un ringraziamento a don Silvio, parroco di Caravate, e a tutta la sua comunità, che ha capito che l’accoglienza comporta un cammino di conoscenza e rispetto reciproci, il solo che possa portare a costruire il nostro domani di cristiani e di cittadini, che possano vivere in una società più giusta e fraterna, più nuova e più bella.
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