Il lupo è tornato, ma non parliamone male
L’importanza della comunicazione nella seconda perte del seminario dedicato al ritorno del grande predatore nei boschi di casa nostra. L’esperto: «Lavoriamo per aumentare le conoscenze»
Ha quattro zampe, la coda e un problema di immagine. Anche lui, il lupo che sta tornando spontaneamente sulle Prealpi Lombarde ha diritto ad esser trattato bene dai media e da chi ne parla.
È difatti importante, affinché questo formidabile predatore rimanga dalle nostre parti non appiccicargli addosso simboli, o false credenze che non gli appartengono. Quindi sarà bene tutti quanti informarsi meglio conche animale si ha a che fare.
Lo ha detto oggi all’università dell’Insubria di Varese Filippo Zibordi di Istituto Oikos (nel video d’apertura), in merito alla seconda parte del seminario sul ritorno del lupo sulle Prealpi lombarde organizzato dal professor Adriano Martinoli.
Già nella precedente giornata di studio si parlò in via incidentale di quanto il lupo si porti appresso in merito a dicerie e leggende che lo pongano come il male assoluto. Complici le facili suggestioni da trovare in rete, questo animale è vittima di strumentalizzazioni che partono da quel recesso di paura atavica dell’uomo, per spingersi addirittura nelle forzate letture “sociali” dell’animale.
![Avarie](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2016/12/avarie-584296.610x431.jpg)
Come nel caso della foto visibile sopra, di cui si è parlato qualche giorno fa nella prima parte del seminario. L’immagine gira spesso su Facebook con una dicitura quasi da leggenda a partire dal luogo dello scatto, l’Appennino centrale: “i primi tre lupi della fila sono quelli più vecchi e malati che stanno davanti a tutti in modo da aprirsi la strada tra le nevi, quelli che devono dare il passo al resto del branco e rischiare la vita. Dietro i giovani, quasi a significare che non hanno voglia di faticare, e poi le femmine , mentre l’ultimo lupo sarebbe il capo-branco, che segue da dietro per assicurarsi che tutti stiano bene”.
Naturalmente tutto falso: l’immagine, reale, non è stata scattata sul Gran Sasso, ma nel Wood Buffalo National Park, in Canada, e mostra un’altra realtà: in testa al gruppo c’è una femmina alfa, che porta il branco in territorio di caccia.
LA PRIMA PUNTATA DEL SEMINARIO SUL LUPO
IL PROGETTO LIFE Wolfalps
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