La ricetta di Caja: “Serve sacrificio per invertire la rotta”
Il coach pavese è stato presentato al PalA2A nel pomeriggio di venerdì 23 dicembre, prima di dirigere l'allenamento della Openjobmetis. Ecco i passaggi principali del suo discorso
Richiesta di sacrificio ma speranza verso il futuro. A quasi due anni di distanza, Attilio Caja torna a vivere una presentazione nella sala stampa del PalA2A e non ha timore nel dettare una ricetta che, secondo le sue intenzioni e le speranze di molti, dovrà aiutare a guarire un’Openjobmetis malata di sconfiggite.
Non rivoluzioni, almeno non subito (non c’è il tempo materiale, con quattro partite in programma da qui al 7 gennaio) ma ritocchi che possano ridare fiducia ai singoli giocatori, che possano aumentare le responsabilità individuali e che possano provare a cambiare una rotta che – avverte subito il coach – non si inverte da sola, ma necessita dell’impegno di tutti.
CARICO E FIDUCIOSO
Introdotto dal dg Claudio Coldebella, che fu suo giocatore a Milano, Attilio Caja inizia parlando di sé ma lanciando subito un’occhiata a quelli che tornano a essere i suoi uomini. «Io sono carico, ho ricaricato le pile in questo periodo in cui non ho allenato e spero di essere contagioso verso i miei giocatori che stanno passando un momento infelice. Può capitare: il mio compito è di metterli nelle condizioni per rendere al meglio, perché ho fiducia nelle loro qualità». Poi però, proprio nei confronti degli atleti, arrivano anche gli avvertimenti: «Il club fornisce ai ragazzi le condizioni per fare meglio di così: qui c’è un pubblico importante e grande interesse intorno alla Openjobmetis. Quindi abbassiamo la testa, prepariamoci a fare sacrifici e a trovare la fame e il desiderio necessari per cambiare una rotta che non si inverte da sola. Ognuno di noi deve fare la sua parte».
SI INIZIA DAI RITOCCHI
Visto il poco tempo a disposizione – martedì 27 a Masnago arriva Venezia – e per il rispetto del lavoro del predecessore Moretti, Caja promette di non rivoluzionare la squadra, i suoi giochi, le sue regole. «Non sono qui per fare il professore che davanti a un tema imperfetto straccia il foglio e pretende che venga riscritto. Preferisco rileggerlo e apportare qualche piccola correzione graduale per renderlo migliore. Parlando di basket quindi, intendo “asciugare” la squadra a livello di giochi, togliere qualche orpello e rendere il tutto più semplice e analizzabile. Sono convinto e magari anche un po’ presuntuoso nel credere che nel giro di qualche tempo si vedranno miglioramenti nella squadra. Ora però dobbiamo pensare all’immediato, al fatto che si giochino tante partite in pochi giorni e alla necessità di uscire da una posizione di classifica antipatica».
Caja con MaynorBISOGNO DI TUTTI, DAI BIG AGLI ALTRI
Interrogato sul ruolo che avranno giocatori già allenati da Caja a Varese, il coach spiega: «Mi aspetto molto da due giocatori come Eyenga e Maynor (i due inseriti nella domanda della stampa ndr), perché mi aspetto molto da chi può dare. E il discorso vale anche per Kangur: per risolvere i rebus devi avere alcuni punti fissi e loro lo sono. Questo però non vuol dire che le responsabilità siano confinate ai titolari: mai come in queste situazioni il contributo di tutti è fondamentale. Più gente è sulla barca, rema ed è motivata, più è facile arrivare in porto. Cito ad esempio Ferrero con cui ho parlato questa mattina: arriva da un problema fisico ma gli ho ugualmente chiesto disponibilità, ci sarà bisogno anche di lui».
Caja poi ricorda ai suoi uomini quanto conti, anzitutto, la voglia nel fare le cose: «Intendiamoci – prosegue – i giocatori devono svoltare sul piano mentale prima di quello tecnico. Se gli avversari arrivano prima di noi sulla palla, dovremo migliorare. Se non pareggi l’aggressività e l’energia del tuo rivale, è inutile mettersi a disquisire di zona, uomo e cose tecniche. Chiedo fiducia, energia, rispetto verso se stessi, i compagni e la società: sono i primi tasti da toccare».
OBIETTIVO PROVARCI SEMPRE
«In campionato siamo equidistanti dalla retrocessione e dai playoff: guardiamoci indietro ma anche davanti» dice Caja, che fa bene a dare obiettivi più alti, ma al quale ci permettiamo di ricordare che l’ultimo posto va scacciato a ogni costo. « Abbiamo il dovere di giocare ogni partita fino in fondo e di credere di poter fare risultato ogni volta. In campionato abbiamo 18 gare per rimontare le posizioni, in coppa ci sono 4 partite e 8 punti disponibili. Proviamoci: ogni momento è utile per un miglioramento».
NESSUN RISENTIMENTO
La conclusione è per un’opinione sul fatto che due anni fa la sua avventura a Varese non si concluse bene, nonostante i buoni risultati sportivi. «Nel basket ormai ho visto tutto, e so anche che in Italia la meritocrazia non è un sentimento molto riconosciuto. Quindi non pensiamoci, non ho alcun risentimento e anzi credo che l’aver lavorato bene allora mi abbia ripagato con questa chiamata. Significa che, pur non essendo riconfermato subito, avevo lasciato un ricordo positivo».
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