La rinascita di San Pellegrino di Norcia sta in un fiore di zafferano
Due giovani, Ilaria e Lorenzo e un obiettivo di vita. Distrutto in una notte e ancora il 30 ottobre scorso. Ma i sogni sono duri a morire e si aggrappano a un fiore che rappresenta il domani
Due trentenni con tanti sogni e un obiettivo: vivere una vita salutare e a contatto con la natura.
Mollano le proprie vite tranquille e si trasferiscono a San Pellegrino di Norcia. Ilaria Amici e Lorenzo Battistini investono tutti i propri risparmi rincorrendo quel modello di vita conosciuto nei tre anni trascorsi in Australia. Aprono l’azienda “Il bosco torto”
Poi, la notte del 24 agosto 2016, la terra trema, trema tantissimo e tutto il primo raccolto di tartufi viene sotterrato. Distrutto irrimediabilmente.
Lorenzo e Ilaria non si danno per vinti. Hanno ancora lo zafferano da raccogliere. Nella loro stanza d’albergo, continuano l’attività: raccolgono i fiori prima che si schiudano e le api ne rovinino il sapore. Li portano nella camera d’albergo, li essiccano meccanicamente e li mettono nelle boccette pronte per la vendita.
Ma la terra trema ancora il 30 ottobre, e ancora. Sempre moltissimo. E anche l’albergo cade, la loro stanza è distrutta. Di nuovo, Ilaria e Lorenzo stringono i denti. Cercano di rialzarsi.
E qualcosa accade.
Viene messo a loro disposizione dalla Caritas un camper che diventa la loro base operativa. L’essiccatore é ancora funzionante.
Da qui si riparte e, attorno a loro, cresce la solidarietà: quel fiore tanto prezioso diventa il simbolo della rinascita per la piccola comunità di San Pellegrino. Ottengono il sostegno dell’intero paese che inizia a lottare accanto a quei due giovani arrivati pochi mesi prima dalla città. Il loro sogno diventa il simbolo di una comunità che non si arrende: «Tutto attorno è distrutto – spiegano i due giovani – Occorre ricostruire ma sentiamo su di noi l’affetto di un gruppo che non si piega e , oltre, l’affetto di un’intera nazione».
I beni di prima necessità giunti nei giorni immediatamente successivi al primo sisma ora lasciano il posto a campagne di sostegno più mirate, con un pensiero centrato sull’economia.
Anche a Varese si mette in moto la particolare macchina di aiuti.
Alcune realtà ed enti del territorio decidono di adottare tre realtà imprenditoriali di questa zona. Un progetto che ha l’obiettivo di sostenere queste imprese per far fronte ai danni subiti dal terremoto. L’azienda “Bosco Torto” di Ilaria e Lorenzo è una delle tre: « Ripartiamo dal lavoro – spiega Rinaldo Ballerio, il Presidente di una delle aziende che ha aderito all’iniziativa, Elmec Informatica, – sosteniamo l’economia perché è da qui che si costruisce il futuro di una comunità. Da azienda vogliamo dare una mano concreta a quanti si stanno rialzando».
Nelle terre martoriate, le squadre dei vigili del fuoco e della protezione civile sono impegnate nella fase del recupero: si salva ciò che si può e si abbatte il resto per poter dare il via alla ricostruzione. I residenti si sforzano di andare avanti, superando tanti piccoli problemi che un tempo erano ordinari ma che ora complicano la quotidianità. La normalità stravolta: « Noi ricominciano in questa terra – affermano Ilaria e Lorenzo – perché il nostro non è solo un lavoro ma un progetto di vita. Zafferano e poi tartufi ed erbe medicinali. In questa vallata abbiamo una terra eccezionale, un microclima favorevole. La bellezza della natura si sposa alla ricchezza dei suoi prodotti. È ciò che vogliamo e per cui continueremo a impegnarci».
Ilaria e Lorenzo salutano parlando del futuro: sarà l’aglio nero, una specialità ancora poco conosciuta ma che ha caratteristiche alimentari, gastronomiche e anche curative particolari: « Stiamo selezionando i migliori agli italiani da sottoporre al processo di ossidazione che conduce a questo particolare prodotto. Arriveremo a produrre questo prodotto e ne otterremo il riconoscimento».
Norcia non si abbandona, ha ancora troppo da dare.
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