Sulle strade del futuro le “strisce” per gli animali
Si stima che ogni anno in Italia muoiano un milione e mezzo di animali sulle strade. Un pericolo per l’uomo, ma a rischio c’è anche la biodiversità. Ecco cosa offe la tecnologia
La notizia salta fuori tra i numeri: il costo di un semaforo per selvatici è di13 mila euro, e la madia dei danni per ogni incidente stradale con un animale coinvolto va dai 1.500 ai 3.000. Risultato: se si evitano solo 10 incidenti stradali con animali si ammortizza l’investimento e si abbatte la spesa pubblica per questo problema, perché la fauna selvatica non è “res nullius”, roba di nessuno.
Sono diventati di proprietà statale, e il proprietario dell’animale che causa danni, paga.
Senza contare il fattore più importante: la salvaguardia della vita umana
Dice: «Si ma non mi è mai capitato di fare incidenti con gli animali da quando ho la patente». Può darsi. Ma anche qui i numeri parlano chiaro. Numeri venuti fuori dal workshop di oggi alla Comunità montana e tenuto dai responsabili del progetto LIFE Strade di tre regioni dell’Italia Centrale che sta per partire anche da noi; numeri da paura: 150 morti in Italia negli ultimi 10 anni sulle strade perché coinvolti in incidenti provocati da animali selvatici (stima per difetto: spesso l’animale scappa e non viene colpito dall’auto, che sbanda), 15 mila animali morti ogni anno per ogni provincia italiana. Siamo a un milione e mezzo l’anno.
In Europa la stima sale, e mette i brividi: dai 10 ai 100 milioni di animali morti investiti sulle strade.
Non pensiamo ai cinghiali, ma anche ai ricci, alle rane, agli istrici e a tutte le specie che per muoversi sfruttano l’asfalto, che da strada diventa tomba.
Questioni da nulla? No. Perché se vogliamo per un momento astrarci dal pensiero umanistico, che ci mette al centro di tutto, questi numeri si traducono in una perdita enorme in termini di biodiversità, cioè la vera ricchezza di un continente, come di una regione, o di un bosco.
Per questo a Cassano Valcuvia oggi non c’era un posto a sedere per ascoltare e imparare il funzionamento di questi nuovi dissuasori per animali che emettono segnali agli automobilisti e anche alle bestie che stanno per mettersi nei guai attraversando la strada.
Fondazione Cariplo coprirà parte dei costi per questo progetto qui, tra Valcuvia e Lago Maggiore, che in primavera 2017 vedrà la posa dei primi segnalatori, come ha ricordato l’assessore della partita, Carlo Molinari.
L’esperienza degli anni passati in Umbria, Toscana e Marche è stata raccontata dagli esperti di questo progetto voluto e finanziato dalla Commissione Europea per raggiungere tre obiettivi fondamentali: sperimentare sistemi innovativi di prevenzione per riduzione collisioni, sviluppare protocolli di monitoraggio, e divulgate buone pratiche ed esperienze.
In questo la tecnologia ha permesso di fare cose impensabili fino a pochi anni fa, come vedere una volpe agli infrarossi che passeggia per un campo o cacciare un branco di cinghiali emettendo versi del lupo registrati.
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