“Voleva sempre i soldi”
Il processo per la morte di Stefania Amalfi. La mamma e le sorelle accusano il marito
“Voleva sempre soldi, minacciava tutti perché voleva denaro e diceva che comandava lui”. Ecco il ritratto dell’imputato Alessandro Argenziano, fatto oggi in corte d’assise dalle parenti della presunta vittima, Stefania Amalfi, nel processo che vede l’uomo accusato dell’omicidio della moglie.
Sono state ascoltate la madre e le sorelle nell’ambito del processo per omicidio volontario che vede imputato il 40enne di Varese. Argenziano è accusato di aver soffocato la moglie, nella loro abitazione di via Conca D’oro a Varese, dopo averle dato dei farmaci. Il movente del delitto, secondo l’accusa, starebbe nella volontà di restare unico beneficiario di una polizza di 29mila euro che era stata sottoscritta dalla moglie a suo tempo.
Anna Nunner, mamma della vittima, ha ricordato vari episodi nella sua deposizione, dipingendo un clima familiare segnato dalla volontà di sopraffazione dell’imputato. Nunzia Amalfi, sorella, ha spiegato che Stefania non poteva fare nulla che il marito non volesse; ha ricordato l’ossessione dei soldi di Argenziano e ha sostenuto che la coppia stesse cercando di avere un figlio. Anche un’altra testimone, la signora Cazzaro, confidente di Stefania, ha confermato la questione del denaro. La stessa versione dei fatti (“Argenziano voleva sempre soldi e minacciava tutti di morte”) è stata resa anche dalla sorella della vittima Salvatrice Amalfi e dal fratello Rosario. Il tutto sullo sfondo di una relazione già di per sé complicata: Nunzia Amalfi ha infatti ricordato che i due si conobbero in una clinica psichiatrica.
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