Anche Gallarate avrebbe bisogno di due “pietre d’inciampo”
Lotte Froelich Mazzucchelli e Clara Pirani Cardosi, gallaratesi, ebree, furono uccise a Meina e ad Auschwitz. La proposta di una installazione per ricordarle
![Lotte Froelich Mazzucchelli](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2017/01/lotte-froelich-mazzucchelli-590012.610x431.jpg)
Le “pietre d’inciampo” sono installazioni di grande significato ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le vittime della Shoah, con una presenza “fisica” sui luoghi che vissero: nei giorni scorsi tre Pietre d’inciampo sono state posizionate a Tradate, a ricordare altrettante vittime ebree del nazismo. Anche Gallarate annovera – tra tante vittime della furia nazifascista – due persone uccise per soli motivi razziali: Lotte Froelich Mazzucchelli e Clara Pirani Cardosi (quest’ultima ricordata da una lapide in via del Popolo).
Riceviamo e pubblichiamo la proposta di Angelo Bruno Protasoni
Nei prossimi giorni, quando commemoreremo tutte le vittime della follia del razzismo fascista e nazista, noi gallaratesi dovremo anche fermarci un attimo a ricordare in particolare le nostre due concittadine vittime innocenti, LOTTE FROEHLICH MAZZUCCHELLI e CLARA PIRANI CARDOSI: la loro unica colpa era quella d’essere ebree.
Lotte fu arrestata a Meina, dove si era rifugiata tentando di trovare salvezza in Svizzera, e fu uccisa con un colpo alla nuca il 22 settembre 1943. Il suo corpo fu poi gettato nel lago.
[nella foto: una tavola del racconto dedicato dal New York Times alle vittime di Meina]
Clara, moglie del Preside del nostro ginnasio superiore, fu prelevata nella sua abitazione gallaratese una mattina di maggio del 1944 e, dopo la prigionia a San Vittore e la detenzione nel campo di concentramento di Fossoli, fu uccisa in una camera a gas ad Auschwitz nel mese di Agosto.
Le due vittime erano state schedate in base a una legge italiana e identificate da uno “scrupoloso” impiegato comunale.
Clara Pirani Cardosi fu arrestata da uno “zelante” commissario di polizia che abitava al piano di sopra: le loro figlie, bambine, giocavano insieme ogni giorno.
A Gallarate in quel giorno e nei giorni seguenti, molti – troppi sia nel mondo civile che in quello religioso – girarono la testa dall’altra parte.
In molte città si stanno oggi collocando delle “PIETRE D’INCIAMPO” per ricordare le vittime della follia fascista e nazista.
Credo che dovremmo pensarci anche noi, magari insieme alle persone che oggi lavorano e studiano nel nostro Liceo e che, forse, non conoscono quella tragica vicenda che ha toccato la loro scuola e la nostra città.
Angelo Bruno Protasoni
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