Botti a capodanno, l’aria diventa irrespirabile
La notte di capodanno le concentrazioni di inquinanti sono schizzate alle stelle, come preannunciato da Arpa. Ecco tutti i dati
Puntuale, come ogni anno, anche il 2017 è iniziato con un’aria irrespirabile. Lo rilevano le centraline di Arpa che il 1° gennaio hanno registrato livelli ben oltre i limiti di guardia in gran parte della regione e il motivo è abbastanza semplice: i fuochi d’artificio.
Arpa ogni anno invita infatti a limitare l’utilizzo di botti, fontane e razzi dal momento che il loro impatto sull’atmosfera è sempre molto pesante e anche quest’anno la previsione dell’agenzia si è rivelata -purtroppo- corretta. Maglia nera è Busto Arsizio che ha raggiunto una concentrazione di PM10 di 115 µg/m³ (quando il limite è di 50) facendo quindi classificare la sua aria come pessima. Risultato pressoché identico è quello di Gallarate che si è fermata a 114 mentre la performance migliore è quella di Varese, città in cui gli inquinanti hanno raggiunto una concentrazione di 62 microgrammi per metro cubo.
La situazione peggiore è quella che si è creata nel milanese con Milano che ha raggiunto una media di 137 µg/m³ ma è nell’hinterland che le concentrazioni sono schizzate alle stelle. A Limito di Pioltello (nella zona di Segrate) la concentrazione il 1° gennaio ha toccato addirittura i 191 microgrammi. Ecco la mappa di quel giorno.
Già dal 2 gennaio le concentrazioni sono sensibilmente ridotte in tutta la regione, segno del fatto che le raccomandazioni di Arpa sono corrette. «L’andamento dei valori orari di PM10 evidenzia ogni anno un incremento delle concentrazioni durante le ore notturne, con un picco dalla mezzanotte alle primissime ore del mattino del primo giorno dell’anno» aveva spiegato il presidente di Arpa, Bruno Simini.
«E’ vero che si tratta di un innalzamento repentino e limitato nel tempo -analizza Simini- e che, tendenzialmente, i livelli ritornano a valori meno preoccupanti nei giorni successivi ma un comportamento consapevole può evitare di aprire l’anno con il primo giorno di sforamento sui 35 consentiti dalla normativa europea». Ma anche per quest’anno, se ne riparlerà per il 2018.
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