“Discarica, vendita di biogas non conveniente per il paese”

La posizione del gruppo Gerenzano Democratica contro la la vendita del biogas prodotto dalla discarica di Gerenzano

gerenzano democratica

La posizione del gruppo Gerenzano Democratica contro la la vendita del biogas prodotto dalla discarica di Gerenzano:

Il 24 gennaio 2017, il Consiglio Comunale, con voto contrario di un membro della maggioranza e di tutti i consiglieri dell’opposizione, ha approvato la bozza di rinnovo della convenzione per la vendita del biogas prodotto dalla discarica di Gerenzano.

Gerenzano Democratica ha votato contro perché ritiene che l’accordo negoziato sia gravemente penalizzante per Gerenzano.
Ritiene innanzitutto sbagliato il presupposto di partenza: il comune di Gerenzano non è un soggetto economico che vende un prodotto, il biogas, alle condizioni di mercato ma un ente pubblico che ha subito da AMSA, ora A2A un grave danno ambientale, tuttora in essere.

A2A ha l’obbligo per legge di mantenere in sicurezza operativa la discarica e lo sfruttamento del biogas è essenziale e obbligatorio per contenere i costi di gestione dell’impianto di depurazione delle acque di falda inquinate. Nonostante questo il comune ha accettato un presupposto economico molto penalizzante perché fondato su una previsione di caduta netta della produzione di biogas non basato su precise analisi scientifiche.

In questa negoziazione c’è un solo vincitore: A2A che ha accettato di saldare le rate non versate negli ultimi due anni salvando il comune da un possibile buco di bilancio. Per il futuro invece la convenzione riserva al comune di Gerenzano, a partire da metà 2017 fino al 2023, pochi spiccioli in cambio di una compartecipazione al rischio d’impresa nella gestione degli impianti di depurazione.

Intatto rimane il problema della bonifica del sito. Infine l’amministrazione Campi ha negoziato la convenzione in totale solitudine rifiutando l’appoggio delle opposizioni, il coinvolgimento della cittadinanza e degli enti territoriali superiori, Regione in primis che riconosce il sito come uno dei più inquinati della Lombardia e che avrebbe potuto sostenere gli interessi dell’ente pubblico.”

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