Finisce la protesta ma si continua a vigilare

Le mamme continueranno la loro azione fuori dalle mura dell'ospedale

Ospedale di Angera, attesa per la riapertura

Il Gruppo mamme è stata la grande anima della protesta contro la chiusura del reparto di pediatria e del punto nascita dell’ospedale Ondoli di Angera. Oltre un mese di presidio continuo,  24 ore su 24, senza mai perdere di vista l’obiettivo e soprattutto il bene comune che in questo caso è il diritto alla salute. Una protesta civile, nonostante l’appellativo «mamme ribelli», e un atteggiamento fermo e al tempo stesso carico di buon senso. Non è un caso che l’assessore Giulio Gallera quando ha dato l’annuncio della riapertura dei due reparti è a loro che si è rivolto, alle mamme, interlocutori credibili, non fosse altro per la difficile prova che si sono caricate sulle loro spalle nell’ultimo mese.
Il patto di lealtà è stato rispettato: se riaprite i due reparti, noi finiamo di protestare. Le parole pacate di Alessandra Doridoni, portavoce del Gruppo Mamme, nei confronti dell’assessore Gallera colpiscono per la determinazione e la voglia di costruire qualcosa di nuovo nel rapporto con le istituzioni pubbliche.  Altro che rassegnazione. «La nostra protesta era legittima e legale. Siamo soddisfatte ma continueremo a vigilare». Un monito per tutti i politici, nessuno escluso.

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Di seguito il comunicato del Gruppo Mamme

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La nostra protesta si conclude, nella speranza che non debba accadere mai più. Un documento ufficiale, due date precise, le firme dei dirigenti, parole inequivocabili pronunciate davanti ai giornalisti e a noi mamme: l’intervento concreto dell’assessore Giulio Gallera, affiancato da tutto lo staff dirigenziale della sanità della provincia di Varese, è la risposta che noi mamme del presidio di Angera volevamo sentire.

La protesta, dura, faticosa, di cittadini comuni, una protesta civile e pacifica, ha ottenuto un traguardo importante. La protesta delle mamme si conclude, ma il presidio continua fino alla riapertura effettiva dei reparti: come gesto di fiducia, però, il presidio si sposta al di fuori dell’ospedale Carlo Ondoli. Fino al 20 febbraio, data annunciata per la riapertura del Punto nascite, il nuovo presidio sarà in uno spazio messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Angera, in via Marconi. Il nostro compito ora e anche dopo la riapertura sarà quello di vigilare affinché la fiducia non venga tradita e i reparti riapriranno nella miglior condizione per garantire loro il futuro e il corretto funzionamento.

La nostra protesta, quella delle mamme è nata perché, nei nostri paesi dati per morti e rassegnati, qualcuno ha provato a dire “no” a decisioni gravi e ingiuste, calate dall’alto. La chiusura improvvisa del Punto nascite di Angera e della Pediatria hanno portato persone per bene a non accettare più questo metodo, a non accettare un disagio imposto e ingiusto.
La protesta delle mamme è spontaneamente nata dal web, da una mamma di Borgoticino che ha coinvolto in poche ore, ai primi di dicembre, altre mamme di Ispra, Angera, Taino Castelletto Ticino e molti altri comuni. Il nostro territorio ha bisogno di rinascere e non può permettersi di perdere servizi importanti per le giovani famiglie. Il nostro territorio ha bisogno di rinascere, ma la protesta delle mamme ha dato un segnale impensabile nei nostri comuni, che qualcuno credeva destinati alla passività e alla rassegnazione. A oggi, in questo presidio permanente, qui all’ospedale di Angera, hanno collaborato almeno 200 persone provenienti da un territorio di una ventina di comuni e in rappresentanza di una protesta che, sul web, conta migliaia di persone: tante mamme sì, ma anche nonne, nonni, semplici volontari.

C’è chi ha collaborato con fatica, giorno e notte, e chi ha offerto semplicemente un paio d’ore di tempo: ognuno ha fatto la sua parte, dimostrando grande amore per il territorio e per il nostro ospedale. La storia delle mamme di Angera non è semplicemente una protesta contro la chiusura di due reparti, ma è anche la voglia di difendere gli aspetti umani e la qualità delle attenzioni di chi ha lavorato qui. E’ una battaglia per i servizi, ma anche un gesto forte di riconoscenza per chi, con grande umanità, ha assistito le mamme e curato i nostri bambini fino a due mesi fa.

Vorremmo ringraziare di cuore tutti quanti si sono spesi per questa battaglia. Vorremmo ringraziare i sindaci del territorio che hanno saputo reagire, con noi, a una situazione difficile per il nostro ospedale. Un ringraziamento doveroso, naturalmente, va anche al Comitato permanente per l’ospedale Carlo Ondoli e al suo presidente Marco Brovelli per non averci mai fatto mancare il sostegno.

Ringraziamo anche i politici che hanno accettato i nostri inviti a incontrarci: magari con dibattiti vivaci, accesi e qualche contrasto, è tuttavia nato un dialogo mai visto prima, per questo territorio, tra i cittadini e suoi rappresentanti di tutte le forze politiche.  Si conclude una fase molto difficile per noi cittadini comuni, durante la quale la protesta ha dovuto fare ricorso a toni e parole anche molto duri e critici, con conseguenti momenti di tensione e tanta fatica per sfuggire ai tentativi di strumentalizzazione giunti da più parti. Tuttavia, ci siamo riusciti: il nostro equilibrio ha retto, mamme e cittadini hanno saputo battersi semplicemente da persone per bene, magari arrabbiate, ma in totale buona fede
I problemi del nostro territorio e per il futuro del nostro ospedale restano, ma questa vicenda, la storia delle mamme di Angera, è un segnale importante e al tempo stesso un insegnamento sia per la politica, sia per le nostre comunità. Per chi fa politica in buonafede, questa storia è una grandissima opportunità, per chi è in malafede è un problema.
Le mamme e i cittadini che continuano il presidio, in attesa dell’ultima riapertura, si sono messi in gioco e continueranno a farlo per il bene dei Reparti di Maternità e di Pediatria: l’energia positiva di questa esperienza continuerà certamente. Le mamme continuano il presidio, al di fuori delle strutture ospedaliere, vigileranno e si ritroveranno, in questi giorni, per decidere come continuare a sostenere, con iniziative e proposte, il funzionamento di questi due reparti all’insegna della qualità e dell’attenzione che, da sempre, ne fanno un’eccellenza del nostro territorio.

La protesta e il presidio delle mamme hanno coinvolto e coinvolgono volontari, senza colore politico provenienti da: Angera, Arona, Borgo Ticino, Castelletto Ticino, Sesto Calende, Vergiate, Taino, Ranco, Ispra, Cadrezzate, Osmate, Mercallo, Comabbio, Ternate, Travedona Monate, Brebbia, Varano Borghi, Somma Lombardo e altre comuni (come per esempio le rappresentanze della protesta in corso a Chiavenna e a Sondalo).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Gennaio 2017
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