“Gli aumenti sono da salasso: così penalizzate il ceto medio”
Una trentina di persone ha contestato la revisione dei costi dei servizi alla scuola dell'infanzia. I nodi principali: il prescuola e i rincari per le fasce di reddito medio/alte
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Un quarto d’ora di differenza e le famiglie si ritrovano costi raddoppiati. È l’accusa che alcuni genitori hanno mosso questo pomeriggio, giovedì 26 gennaio, all’assessore ai servizi educativi del Comune Rossella Dimaggio.
Riuniti alla scuola dell’infanzia Don Milani per ascoltare le novità definite dall’assessorato per il prossimo anno scolastico, tutti si sono lamentati degli aumenti che si ritroveranno a dover sostenere dal prossimo anno.
Una trentina i genitori intervenuti, molto critici sulla scelta dell’Amministrazione di rimodulare le tariffe in modo lineare andando a incidere soprattutto sulla gradualità all’interno di una stessa fascia: « Prima il costo era indiviso per chiunque rientrasse nella fascia indicata, per esempio tra i 20.000 e i 30.000 euro – ha spiegato l’assessore – ora abbiamo diversificato a seconda se si è più vicini ai venti o ai trenta».
Dalle critiche piovute da più parti, è emerso che la maggior parte dei presenti, collocandosi nella fascia di reddito superiore ai 40.000 euro ISEE, si ritroveranno a veder raddoppiati i costi, da circa 200 a circa 400 : « Un vero salasso calcolato in modo da colpire il ceto medio – hanno sostenuto alcuni – Nel calcolo ISEE ci rientra anche la casa o la macchina di proprietà. Quelli che noi consideriamo investimenti e invece vengono tartassati».
Tra le accuse mosse all’Amministrazione quella di imporre costi tra i più alti in Italia: « A Milano il Comune fa pagare solo il buono pasto» rinfaccia una madre.
Il problema principale che pesa sulle tasche di molti, al di là del buon pasto che subirà un aumento generalizzato fino a 5 o 5,5 euro, è quel quarto d’ora cancellato come tempo scuola e inserito tra i servizi di prescuola: « Per noi è una scelta obbligata per garantire i turni del personale. In questo modo riusciamo a costruire un’organizzazione efficace ed organica». Quel modello orario, però, va a penalizzare quanti, prima, potevano contare sulla scuola sin dalle 8.30 e invece ora devono attendere le 8.45 per lasciare il bambino e correre al lavoro : « Su questo punto cercherò di vedere se ci sono possibili alternative – ha commentato a fine incontro Rossella Dimaggio – non posso promettere nulla».
Quanto alle fasce di reddito, davanti all’invito « mettetevi una mano sulla coscienza perché ci state chiedendo di versare l’intero stipendio » o all’accusa: « State penalizzando chi ha un piccolo patrimonio. Una politica di sinistra dovrebbe pensare alla maggior parte delle persone e non solo alle minoranze», l’Assessore ha invitato tutti a calcolare con estrema precisione la propria fascia di reddito ISEE prima di saltare alle conclusioni: « Da parte nostra – ha specificato – rifaremo le nostre simulazioni. Magari c’è un’imprecisione. Solo davanti ai calcoli precisi si potrà avere l’effettivo quadro della situazione».
Con il proprio reddito ISEE si può calcolare la quota mensile : la formula è
(ISEE utente – ISEE 3000) x contribuzione massima. il risultato diviso per il risultato della sottrazione (ISEE 55.000 – ISEE 3000).
Nel corso della discussione una madre ha, poi, sollevato il problema della cancellazione del “dopo scuola breve” nella scuola primaria : « Questo servizio non era stato pensato per venire incontro alle richieste dei genitori ma per risolvere un problema di mensa – ha spiegato l’assessore Dimaggio – Ora, dato che abbiamo aperto l’accesso alla mensa a tutti i bambini, dato che i genitori che fanno il part time finiscono alle 14, prevediamo il servizio fino alle 14.15. Dopo si apre il dopo scuola che è fino alle 16. Il “dopo scuola breve” non risolveva alcune esigenza reale».
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