Le 8 richieste dei sindaci per l’ospedale di Angera
19 sindaci hanno firmato un documento per chiedere un incontro con Maroni e i vertici della sanità regionale. Ecco le loro richieste
Porta in calce la firma di 19 sindaci la lettera con la quale viene chiesto un incontro con il governatore Roberto Maroni e i vertici della sanità lombarda per affrontare la questione dell’ospedale “Ondoli” di Angera.
Nella missiva si passano in rassegna tutte le necessità del territorio e “quali rappresentanti dei cittadini che usufruiscono dei servizi erogati dal nosocomio” si definiscono “alquanto preoccupati per alcuni episodi verificatisi e timorosi che la struttura ospedaliera possa essere ridimensionata”. Nella lettera si ricorda poi che “la scelta di non depoteniare l’ospedale di Angera attua il principio di sussidiarietà recepito anche dalla nostra carta costituzionale che implica che le diverse istituzioni debbano creare le condizioni necessarie per permettere alla persona di svolgere la propria attività”
Proprio per questo vengono messe nero su bianco le richieste avanzate dai primi cittadini. Eccole
Sia mantenuto il Servizio di Pronto Soccorso, al fine di assicurare prestazioni tempestive ed appropriate, indispensabili nella gestione delle emergenze indifferibili, soprattutto, per garantire imprescindibili Interventi “salvavita”.
Sia mantenuta l’attuale configurazione dell’ospedale per acuti.
Siano mantenuti il punto nascite ed il reparto di pediatria così da garantire un adeguato servizio alle famiglie del territori. Inoltre la presenza del punto nascite permette di realizzare alcune importanti sinergie con il reparto di Pronto Soccorso, a partire, ad esemplo, dalla condivisione dei medici anestesisti.
In attesa del buon esito dei bandi di reclutamento del personale medico ed infermieristico sì proceda a garantire la piena operatività dei vari reparti attraverso soluzioni temporanee già adottate da altre ASST.
Nell’ambito della configurazione di ospedale per acuti, siano implementate la tipologia e la qualità delle attività diagnostiche (laboratorio analisi e radiodiagnostica), delle attività specialistiche ambulatoriali (quall ad esemplo dlabetologia, endocrinologia, ipertensione arteriosa e dismetabolismo, ambulatori polispecialistici cardiologici, urologia), delle attività di day hospital (soprattutto in ambito oncologlco) e delle unità operative di ricovero.
La riorganizzazione e l’offerta delle prestazioni sanitarie dovranno tener conto dei bisogni espressi a livello territoriale, puntualmente definiti dagli indicatori epidemiologlcl degli ultimi anni e della presenza di altre realtà sanitarie di facile accesso per prossimità territoriale; appare fondamentale che nel processo dl riorganizzazione siano assicurate “skills” adeguate tramite circolazione di professionlsti della medesima AO e che consentano di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni e la sicurezza del pazienti.
Siano introdotte unità operative di riabilitazione di tipo ortopedico e neurologico.
Siano previste unità di degenza per pazienti terminali.
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