“Non chiudete l’ambulatorio di cardiologia a Cuasso”
Il Comitato ha scritto alla direzione dell'ASST Sette Laghi chiedendo un incontro dopo le segnalazioni ricevute da pazienti che sono stati "dirottati" al presidio di Varese

«Nonostante il volume di visite e il gradimento degli utenti, si è deciso di dirottare gli appuntamenti di cardiologia a Varese». La denuncia viene avanzata dal Comitato Ospedale di Cuasso che, in un comunicato, chiede un incontro con i vertici dell’ASST Sette Laghi: « Richiamiamo l’azienda agli impegni persi in precedenza affinché ripristini immediatamente l’ambulatorio di cardiologia. Abbiamo richiesto un incontro con la dirigenza dell’ASST Sette Laghi per rimarcare l’importanza della riapertura immediata di tale ambulatorio e per altre problematiche ancora aperte e insolute nel presidio di Cuasso. Il Comitato ha chiesto più volte all’ASST settelaghi e al suo Direttore Sanitario che venissero aumentate le giornate di ambulatorio cardiologico prevedendo le potenzialità di tale servizio specialistico di base territoriale».
Secondo i sostenitori del Comitato: « La nostra indagine conoscitiva ha evidenziato che, in un anno, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016, l’ambulatorio ha funzionato in maniera ineccepibile rispondendo all’esigenza di oltre 500 pazienti che sono stati visti a Cuasso sia come prima visita che come visita di controllo. Oltre alle visite, sono state eseguite numerose indagini strumentali – ecg e holter. Dalla nostra indagine è emersa la grande soddisfazione dei pazienti , sia per i ridotti tempi di attesa che per l’alta qualità delle prestazioni ricevute. Un particolare ringraziamento va al medico specialista cardiologo che ha permesso il ripristino di un servizio importante che l’Ospedale di Cuasso ha sempre garantito al territorio e ai pazienti ricoverati. Il Cardiologo, oltre all’attività ambulatoriale per pazienti esterni, svolge settimanalmente un ruolo importante e fondamentale di consulenza su pazienti gravi e cronici ricoverati presso l’Ospedale di Cuasso . Inaccettabile che venga a mancare questo supporto specialistico diretto ai medici dei reparti. Inoltre è impensabile sottoporre i pazienti a viaggi in ambulanza per prestazioni che devono essere fornite in loco».
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