Sangue freddo e parole di conforto, “Così ho aiutato Anna e suo marito”
Andrea tornava da Milano quando si è trovato davanti all'incidente in autostrada: "Ho fatto il corso di primo intervento e mi è servito molto. Sarebbe bello lo facessero nelle scuole superiori"

“Buongiorno, sono la persona che ha aiutato la signora Prandoni e suo marito ad uscire dall’auto. Non sono riuscito a salutarla perché quando sono arrivati i carabinieri mi hanno giustamente allontanato: vorrei farlo attraverso voi”.
La telefonata arriva in redazione una manciata di minuti dopo la pubblicazione del nostro articolo, in cui Anna, giornalista di Busto Arsizio molto conosciuta, racconta quanto le è capitato la scorsa notte in autostrada: un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche e dal quale invece, lei e suo marito, sono usciti quasi illesi.
Momenti concitati, di paura, di confusione totale che solo l’intervento delle persone che passavano in quel momento e dei soccorritori ha permesso non diventassero panico vero.
“Tornavo da Milano: avevo arbitrato una partita di calcio amatoriale. Ad un certo punto le auto davanti a me in autostrada hanno cominciato a rallentare e a mettere le quattro frecce. In lontananza vedevo del fumo. Lentamente ci siamo avvicinati al luogo dell’incidente. L’auto della signora era cappottata: allora mi sono fermato ed ho accostato”.
Si chiama Andrea De Paoli, il soccorritore, ha 54 anni ed abita a Castellanza: “Lavoro all’Enel e dobbiamo fare corsi di primo intervento; mi è tornato molto utile in questo caso perché ho avuto sangue freddo e, visto che gli altri stavano tutti telefonando per chiedere soccorso, io mi sono concentrato sulle due persone nell’auto.
La signora e suo marito erano coscienti ma gli airbag erano esplosi e dall’auto usciva gasolio. Ho chiesto come si sentivano e quando la signora mi ha detto che stava bene, con l’aiuto di due ragazzi inglesi abbiamo divelto le portiere e li abbiamo fatto uscire. Insieme ci siamo messi al bordo dell’autostrada e io sono tornato a prendere la borsa della signora e una giacca perché faceva molto freddo. Poi mi sono messo la pettorina catarifrangente e ho cercato di far rallentare le auto che transitavano. Quando sono arrivate le forze dell’ordine sono andato via”.
Il messaggio che lancia Andrea è davvero importante: “Sarebbe utilissimo organizzare i corsi di primo intervento a scuola, per i ragazzi delle superiori. L’altra sera, intorno a mezzanotte, c’erano tantissimi giovani in auto: è bene che tutti siano in grado di prestare aiuto in queste circostanze. Potrebbe capitare a qualche coetaneo e chiamare i soccorsi è senz’altro la prima cosa da fare, ma non farsi prendere dal panico e sapere come intervenire subito dopo, è altrettanto importante”.
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Lunedì notte eravamo sul pulmino, di ritorno da una partita di pallavolo vinta e con la gioia e la spensieratezza di chi pensa di aver conquistato qualcosa. quando Google Maps ci ha informato della coda per incidente eravamo un po’ preoccupati per il ritardo nel ritorno.
Poi abbiamo raggiunto le due auto incidentate e visto quella nera/grigia ribaltata e senza praticamente più la parte posteriore, schiacciata.
E’ sceso il gelo nel pulmino…pensavamo al peggio e quasi ci siamo vergognati per la nostra gioia di pochi minuti prima.
Sono contento che nessuno si sia seriamente fatto male, e spero di non passare mai momenti come quelli vissuti dalla signora, ma se dovesse succedermi spero di trovare persone come quelle che lei ha trovato sulla sua strada. Complimenti!