“Scaviamo in condizioni estreme”
Dalla Lombardia sono partite dieci squadre del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Parla il responsabile varesino
La fatica vinta solo dalla forza d’animo. E dal desiderio di fare in fretta. Perché se nove persone sono state estratte vive dall’albergo di Rigopiano sepolto dalla neve, altre potrebbero essere ancora lì, a respirare aria dalle “sacche” che si sono create tra i resti dell’hotel (nella foto una delle stanze dell’albergo)
“Ma l’aria finisce e noi dobbiamo fare in fretta” dice Luca Boldrini responsabile del Soccorso Alpino di Varese. “Noi sappiamo cosa vuol dire operare in condizioni critiche ma avere la fretta come compagna è anche peggio. Non ho chiamato in queste ore i miei compagni partiti per Farindola, lo farò questa sera (sabato 21 gennaio ndr) per parlare un po’ con loro, sapere come stanno, come sta andando”.
I tecnici del CNSAS Lombardo da stanotte hanno raddoppiato la loro presenza nelle aree dell’emergenza, con 42 unità, dotate di mezzi e attrezzature per affrontare la montagna impervia e innevata. Nelle ultime ore sono arrivati rinforzi dai Servizi regionali del CNSAS di altre regioni italiane, in particolare da Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Molise, Campania, Umbria e Lazio.
“Tra di loro c’è anche un varesino, Maurizio Bianchi, di Leggiuno ‘un ragazzo’ di 50 anni – scherza Luca Boldrini – forte e coraggioso. Della 19esima delegazione lariana abbiamo mandato i più forti, i migliori”.
“Con le squadre lombarde ci sono mezzi, fuoristrada ma anche motoslitte; poi gli uomini sono dotati di sci, scarponi, pale e sonde”.
Le squadre stanno portando viveri, medicinali e soccorso sanitario, generi di prima necessità e anche del carburante, facendosi strada in mezzo alla neve, su pendii impervi e anche in zone dove è necessario valutare con grande cautela il rischio di valanghe. Nei boschi devono anche fare attenzione ai cinghiali, spaventati dal rumore dei mezzi.
I tecnici delle cinque Delegazioni lombarde (V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna, XIX Lariana e IX Speleologica) andranno avanti anche nelle prossime ore perché la speranza di trovare altre persone vive a Farindole e la volontà di essere d’aiuto prevalgono sulla fatica, sul buio e su qualsiasi altra sfida.
L’ultimo bilancio parla di nove persone tirate fuori vive dalle macerie, cinque vittime accertate e 23 dispersi.
Mappe alla mano bisogna scavare. E cercare di battere la morte sul tempo.
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