Mercalli e il valore della responsabilità per un pianeta sostenibile
Tutto esaurito fin dal primo incontro dell'edizione 2017 di Filosofarti, con il metereologo e divulgatore scientifico
Anche quest’anno Filosofarti stupisce fin da subito. Tutto esaurito per la Lectio Magistralis di Luca Mercalli di sabato 18 febbraio 2017 alle ore 17,30 presso il Teatro delle Arti, introdotto da Cristina Boracchi, ideatrice e curatrice del festival.
Luca Mercalli è un climatologo italiano, divulgatore scientifico ma soprattutto ambientalista, direttore della rivista Nimbus, conducente del programma Scala Mercalli. Interviene su RaiNews con Pillole basato su temi ecologici e ambientali. Il suo ultimo libro scritto è “Prepariamoci”, nel quale invita i lettori a riflettere su abitudini, impegni civili, stili di vita più sani e con minor impatto ambientale.
La lezione magistrale, dal titolo “il valore della responsabilità per un pianeta sostenibile”, è incentrato sull’aspetto negativo del nostro clima e dell’ambiente: le tracotanze umane hanno violato l’armonia con la natura, portando ad ecosistemi devastati nel tempo. «Occupandomi di scienza ho sempre ritenuto che la filosofia negli ultimi anni si fosse nettamente distaccata dai reali problemi della contemporaneità». La storia trasmette molti miti di cui ancora oggi non riusciamo a liberarci, come il Re Mida costretto a trasformare in oro tutto ciò che tocca oppure Cassandra, profeta inascoltata. Miti profondi già allora identificati come dei difetti.
Ma perché non si reagisce? Ogni giorno siamo bombardati da messaggi forti, la scienza mostra scenari apocalittici sulle azioni che stiamo svolgendo. La scienza «non è sufficiente a spingerci all’azione» e la filosofia «non semina più per le strade la grande verità». Il vero problema è che l’ambiente non viene trattato come fattore prioritario. Ciò che bisogna fare è far prendere in mano agli intellettuali, giornalisti e chi lavora nei settori il tema della sostenibilità e trovare un interruttore che faccia scattare un allarme nelle menti della popolazione. Questa è «l’unica carta che abbiamo per lo scatto evolutivo culturale dell’umanità», per portare l’umanità a non scegliere un cavallo di Troia luccicante.
Già nel 1988 il riscaldamento climatico diventa oggetto diplomatico ed è l’anno in cui viene fondata l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), deputata a raccogliere studi ambientali. Varie conferenze sono state fatte negli anni ma questo non è bastato a far diminuire la CO2 in atmosfera. Eppure membri del governo di tutto il mondo sono volti all’unico interesse di vendere ed utilizzare i combustibili fossili, danneggiando il nostro òikos. Purtroppo dobbiamo contrastare una massiccia disinformazione volta solo a confondere l’opinione pubblica: la maggior parte delle persone pensa infatti che i cambiamenti climatici non siano un problema. Alzare la temperatura mondiale di un grado, come ormai di fatto è avvenuto, significa stravolgere completamente il paesaggio naturale ma più significativamente l’umanità. È possibile che in alcune zone ci siano climi stravolti, ma la natura sa riprendersi molto velocemente.
Ciò di cui dobbiamo fare a meno è eliminare quell’economia dissipativa e avida, mirata alla non sostenibilità. Per vivere in modo virtuoso nella quotidianità, invece, dobbiamo consumare di meno, riciclare tutto, agire sul versante rifiuti, sfruttare l’energia rinnovabile.
Ogni cosa in natura ha un picco oppure si ferma, ritrova un equilibrio senza dover chiedere sempre di più. «Noi tendiamo sempre a guadagnare, avere e consumare ma dopo un po’ non ci sta nemmeno nelle nostre case. Bisogna incoraggiare la ricerca scientifica per investire su nuove applicazioni, perché non esiste un oggetto salvatore».
In conclusione Cristina Boracchi ha voluto riflettere su una frase di Reinhold Messner citata anche nell’ultimo libro di Luca Mercalli: “Voglio azioni concrete, non serve essere convinti di muoversi nella direzione giusta, né desiderare ciò che è giusto. Quel che conta è fare ciò che è giusto”.
Questo articolo rientra nel progetto del Socil Team di [OC] Officina Contemporanea, la rete per la cultura a Gallarate
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