Poca neve e troppo caldo: la siccità dimezza le scorte d’acqua
Tra neve sulle montagne e acqua dei laghi le riserve idriche lombarde segnano un -52%. E' il dato peggiore degli ultimi 10 anni
E’ preoccupante la situazione idrica di tutta Regione Lombardia. L’ondata di siccità che sta accompagnando da mesi il territorio mette a serio rischio tutto il bacino idrico regionale che, al momento, può contare su una disponibilità dimezzata di risorse idriche rispetto al normale.
I dati della siccità
Il dato è emerso durante il tavolo regionale per il monitoraggio delle riserve idriche che si è riunito al Pirellone per fare il punto della situazione. E i dati sono drammatici. Se si somma il fatto che il 2016 è stato l’anno più caldo degli ultimi 130 e che tra dicembre e gennaio si è registrato un calo dell’80% delle precipitazioni, il risultato è che la disponibilità di acqua è del 52,4% in meno rispetto alla media dell’ultimo decennio.
Il dato fa riferimento sia all’acqua nei laghi che a quella trattenuta sotto forma di neve e ghiaccio sulle alpi. E’ proprio quest’ultima a costituire la scorta strategica per i laghi, quella che garantisce i maggiori rifornimenti nel corso della stagione calda. Ma di neve all’appello ne manca tantissima.
La neve sulle Alpi
Grandi preoccupazioni nascono proprio a causa della mancanza di neve sulle montagne. Nell’ultimo monitoraggio di Arpa che risale ai primi di febbraio si spiega che
Negli ultimi quattro mesi sui bacini dei fiumi lombardi si sono registrati in media 287 mm di precipitazioni (somma di pioggia e di equivalente idrico della neve) contro i 488 mm medi attesi in questo periodo dell’anno. Anche gli accumuli nevosi sono in linea con i minimi del decennio e si attestano su quantitativi comparabili a quelli della scorsa stagione invernale 2015-2016.
Un copione, quello dello scorso anno, che rischia dunque di ripetersi. Se cioè la tendenza non dovesse invertirsi nelle prossime settimane e se soprattutto la prossima stagione calda dovesse rivelarsi siccitosa, potrebbe succedere ciò che si è vissuto lo scorso anno: il Lago Maggiore con un livello di mezzo metro sotto lo zero idrometrico e il Ticino attraversabile a piedi.
Le contromisure
La speranza è solo una: la pioggia. Ma se questa non dovesse arrivare, la partita si farà nuovamente politica. «Sarà necessario coinvolgere il Ministero dell’Ambiente -commenta l’assessore al territorio, Viviana Beccalossi- e terremo aperto il dialogo con tutti». Questo nel caso della nostra provincia significa che bisognerà iniziare fin da ora uno stretto contatto con la Svizzera per una gestione collettiva delle risorse idriche che riforniscono il Lago Maggiore.
Il rapporto con la Svizzera è sempre stato molto complesso in questo settore. L’anno scorso, ad esempio, mentre il livello del Verbano continuava a calare il Parco del Ticino dimostrò come gli svizzeri avessero ancora abbondanti scorte idriche a loro disposizione (qui tutti i dettagli su quella vicenda). Ma da risolvere c’è anche la controversa questione della regolazione del Lago Maggiore. Dal 2014 è in corso un braccio di ferro tra il Ministero dell’Ambiente -che controlla il livello del bacino- e numerose realtà locali che chiedono di tenere più alto il livello del bacino. Una vicenda che non si è ancora chiusa ma che per molti potrebbe essere l’unica vera possibilità per contrastare la siccità.
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