Soccorso alpino, diminuiscono gli interventi

Pubblicato il report 2016. A Varese 25 interventi. C'entrano le minori nevicate e la scarsezza di funghi, ma forse anche una nuova “cultura” della montagna

Il soccorso alpino

Meno neve, meno pericoli; meno funghi, meno interventi di soccorso. Ma forse il fatto che il Soccorso Alpino sia intervenuto con minore frequenza nel 2016 rispetto agli anni precedenti dipende anche dall’insistenza degli operatori nel divulgare regole e buone pratiche legate alla sicurezza, ai “decaloghi” che si frequente si pubblicano con cadenza temporale legata all’anticipo di momenti particolari.

Nel 2016 si sono registrati 296 interventi di soccorso in montagna nel territorio della XIX Delegazione Lariana che copre le provincie di Como, Lecco, Pavia e anche Varese, provincia dove si sono registrati 25 interventi.
Il numero complessivo degli incidenti registrati nel 2016 risulta inferiore a quello del 2015 ove si sono registrati 371 interventi.

“La riduzione è imputabile a vari fattori tra i quali lo scarso innevamento e la mancanza di funghi, passione che coinvolge molte persone ma che comporta nelle stagioni di buon raccolto innumerevoli interventi di soccorso”, dicono dal CNSAS Regionale.

Le stazioni nel cui territorio si registra il maggior numero di interventi sono: Valsassina Valvarrone, Lecco e Triangolo Lariano ovvero quelle con maggiore prevalenza di territorio montano, a seguire il Lario Occidentale, Varese e Pavia.

CAUSE D’INTERVENTO – Tra le cause di intervento la “caduta” per quanto spesso originata da un evento apparentemente banale è la costante del maggior numero di incidenti a volte con conseguenze fatali. C’è però anche il malore, la perdita d’orientamento e la scivolata su terreno accidentato che rappresentano diverse cause d’interventi.

Fra le uscite si registra anche una chiamata di soccorso per morso di vipera e quattro soccorsi per punture d’insetti. Spiccano anche diverse voci che devono far riflettere sull’approccio ad escursioni in ambienti che la gran parte delle persone non conosce, o di cui non conosce le regole. Un esempio sono le 5 uscite di soccorso per “ritardo”: semplicemente non sapere quando cala il sole in montagna può costituire un problema; 3 interventi per maltempo, e oltre 20 per “incapacità” la dicono lunga sul buon senso di chi affronta la montagna.
Come spesso accade il numero maggiore di incidenti è riferito all’escursionismo in quanto attività maggiormente praticata rispetto alle altre.

MODALITA’ D’INTERVENTO – Quasi duecento operazioni hanno visto l’impiego dell’elicottero con o senza il supporto delle squadre territoriali del soccorso alpino, un centinaio le operazioni svolte esclusivamente via terra.
“Si auspica che i dati del 2016, numericamente inferiori a quelli del 2014 e 2015, rappresentino un segnale positivo ovvero che le molteplici iniziative di sensibilizzazione comincino a restituire dei risultati apprezzabili e che il risultato positivo non sia solo la conseguenza delle variabili annuali sopra citate” scrive a commento del report Gian Attilio Beltrami, delegato della XIX Lariana.

APP PER VOLONTARI – Dal 2017 il CAI ha reso disponibile gratuitamente ai propri soci un applicativo per cellulari che consente l’invio della richiesta di soccorso e l’immediata localizzazione della persona da parte di una centrale operativa che è in grado di allertare immediatamente i soccorsi della zona interessata, un’applicazione che consigliamo vivamente a tutti i frequentatori della montagna senza però dimenticare che l’elemento primario per evitare incidenti è rappresentato dalla prudenza e dalla consapevolezza dei propri limiti.
In caso di necessità il numero telefonico da comporre è il 112.

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Pubblicato il 01 Febbraio 2017
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