A Varsavia seduta della “Commissione Coter”
Presidente Cattaneo: "Senza politiche di coesione l'Europa non ha futuro". Approvate proposte sulla politica di coesione dopo il 2020
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Investire di più per ridurre le disuguaglianze e mobilitare le regioni e le città d’Europa affinché creino opportunità per i cittadini: ecco la prima risposta da dare alle sfide poste da uno scenario post-Brexit.
È questo il messaggio principale che i membri della COTER, la Commissione europea per la Coesione territoriale e il Bilancio, hanno condiviso oggi a Varsavia.
Il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo ha presieduto la seduta di Commissione: presenti la Commissaria UE per la Politica regionale Corina Crețu e i Ministri per lo Sviluppo economico di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Romania e Slovenia.
Con un bilancio di 454 miliardi di euro fino al 2020, la politica di coesione è di gran lunga il principale strumento di investimento dell’Unione europea e sostiene una crescita intelligente e inclusiva in tutte le regioni europee. Tale politica riduce i divari di sviluppo, diffonde l’innovazione e rende le economie dell’Unione più competitive coinvolgendo le istituzioni europee e i governi nazionali come pure gli enti locali e regionali.
Ciò nonostante, le regioni e le città dell’Unione europea temono che l’obiettivo fondamentale della coesione economica, sociale e territoriale possa essere compromesso nel bilancio dell’Unione europea post-2020, che sarà proposto dalla Commissione europea entro la fine del 2017. Questo timore è dovuto a una serie di fattori: in primo luogo l’impatto della Brexit sulla disponibilità di risorse ma anche il tentativo di centralizzare la gestione delle decisioni di investimento dell’Unione europea, di sostituire le sovvenzioni con prestiti e di orientare le risorse verso priorità diverse, quali la migrazione, la gestione delle frontiere esterne o il sostegno alle riforme strutturali.
I membri della Commissione COTER hanno esaminato e adottato il progetto di parere sul futuro della politica di coesione dopo il 2020, elaborato dal presidente del gruppo PPE del Comitato delle Regioni.
“Senza politiche di coesione l’Europa non ha futuro – ha detto il Presidente Cattaneo durante la conferenza stampa organizzata a margine del dibattito -. Le Regioni e i territori hanno bisogno di investimenti e risorse per rispondere a quella domanda di maggiore sussidiarietà e partenariato che arriva dal livello locale. Stiamo parlando di misure di sostegno necessarie per la tenuta della stessa Europa. Serve maggiore semplificazione e flessibilità: il libro bianco sul futuro dell’Europa invece fa sorgere più di una preoccupazione sul ruolo che l’Europa vuole affidare al livello locale. Abbiamo bisogno di un’Unione europea più decentrata e meno concentrata sul livello centrale “.
La riunione si è svolta parallelamente ad una riunione ministeriale del Gruppo di Visegrad + 4, in cui i Ministri per lo Sviluppo economico di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Romania e Slovenia hanno adottato un documento (LINK) in cui viene sottolineato il ruolo fondamentale della politica di coesione per il futuro dell’Unione europea.
Il progetto di parere sarà discusso e adottato dal Comitato delle Regioni nella sessione plenaria del 10 maggio.
La politica di coesione dell’UE viene attuata nell’arco di un ciclo di sette anni (2014-2020) attraverso i cinque fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE):
• il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che promuove uno sviluppo equilibrato nelle diverse regioni dell’UE
• Il Fondo sociale europeo (FSE), che sostiene progetti in materia di occupazione in tutta Europa e investe nel capitale umano dell’Unione europea: i lavoratori, i giovani e tutti coloro che cercano un lavoro.
• Il Fondo di coesione (FC), che finanzia progetti in materia di trasporti e ambiente nei paesi in cui il reddito nazionale lordo (RNL) pro capite è inferiore al 90 % della media dell’UE. Per il periodo 2014-20 i paesi in questione sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia.
• Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che si concentra sulla risoluzione dei problemi specifici che interessano le zone rurali dell’Unione europe
• Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), che assiste i pescatori nell’adozione di pratiche di pesca sostenibile e le comunità costiere nella diversificazione delle loro economie, migliorando la qualità della vita nelle regioni costiere europee.
La dotazione complessiva per il periodo 2014-2020 è pari a 454 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’Unione europea, cui si aggiungono 183 miliardi di euro dai fondi nazionali. Con un bilancio totale di 638 miliardi di euro, la politica di coesione rappresenta il principale strumento d’investimento dell’Unione europea ed è gestita in partenariato dalla Commissione europea, dai governi nazionali e dalle Regioni.
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