Anche Gallarate si mobilita per Orlando: “È capace di unire, Renzi divide”
Presentato il comitato di sostegno alla candidatura di Andrea Orlando a segretario del partito. "Negli anni di Renzi è mancata la dialettica interna". Anche a Gallarate, dicono
«Renzi è stato un tifone,un fenomeno affascinante ma che ha lasciato macerie. Orlando invece ha profilo basso e sobrio, in grado di unire». Anche a Gallarate si organizzano i sostenitori della mozione di Andrea Orlando, l’attuale ministro della giustizia che si propone come alternativa a Renzi per la guida del Partito Democratico.
Ivano Ventimiglia – consigliere comunale fino al 2016, è stato anche capogruppo – presenta la figura (e la proposta) di Orlando come «contrapposto a un dirigismo compiacente (di Renzi, ndr) che ha fatto perdere anche tanti attivisti storici», sottolineando come per il Pd «una delle questioni centrali è le modalità con cui si è cancellato il dibattito interno». Ventimiglia parla di «drammatica assenza di una linea di partito» e si pone la domanda: «chi vuole rappresentare il Pd?».
«Non c’è stato un confronto e una dialettica significativa in questi due anni» attacca anche Ferruccio Locarno. Parlando di confronto e dibattito interno Pierluigi Galli, esponente di lungo corso sui banchi dell’opposizione tra anni Novanta e primo decennio dei 2000, non rinuncia a dare anche una lettura locale della vicenda: «Nel 2011 hanno vinto le elezioni mentre c’era Renzi (non era premier, ma venne in visita a Gallarate, ndr), per cinque anni si sono proposti dicendo “quello che facciamo noi è la scelta migliore”, senza ascoltare chi c’era prima. Il virus nazionale è arrivato fino a qua. E non abbiamo ragionato sulle ragioni della sconfitta a Gallarate».
Dario Terreni è stato consigliere comunale fino al 2016, ha spesso proposto un approccio critico a Gallarate ma soprattutto guardando a Roma. Tra gli errori del governo Renzi richiama il peccato originario di Renzi, vale a dire la defenestrazione a tavolino del governo Letta, una «forzatura evidente» (Letta ha annunciato domenica l’endorsement per Orlando). E ancora sottolinea «l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, che per Gallarate ha voluto dire 3,5 milioni in meno». Un giudizio condiviso da Emilio Magni, storico attivista a Gallarate e oggi divenuto sindaco del suo paese d’origine, Cazzago Brabbia: «È stata una cavolata: lo Stato ha aumentato la quota di trasferimento ma poi ogni anno ha tolto il 10%, lasciando i Comuni nell’incertezza».
Nel documento di presentazione della mozione a Gallarate, viene sottolineato che Orlando è “il candidato ideale per ricostruire un partito aperto, inclusivo, capace di parlare alla gente, ai tanti che, in silenzio, si sono allontanati perchè non si sentono più a casa, un partito che tenda all’ascolto, al confronto e, infine, alla decisione, un partito riformista ed europeista che sappia affrontare, unito, le sfide difficilissime che questa fase storica ci pone davanti”. “Siamo convinti che, oggi, ci sia un grande bisogno di politica, di valori e di coerenza. Per questo, abbiamo intenzione di lavorare per vincere, ma soprattutto, di tornare ad appassionarci facendo buona politica”.
Viene sottolineata in particolare l’opzione europeista «verso una Federazione con un governo democratico» e una politica inclusiva, contrapposta a una destra che “divide il popolo, contrappone gli inclusi agli esclusi, gli italiani agli stranieri”. Più sul versante interno al partito, viene riproposta come necessaria la “cancellazione del binomio segretario/premier”.
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