Con le braccia e col cuore, il chiosco arriverà a Borbona
Questa mattina un affiatato gruppo di volontari ha smontato il gabbiotto per la vendita dei fiori che verrà regalato a una signora di una località dell’Italia centrale colpita dal terremoto
Una vita a vendere fiori e il chiosco adesso chiuso, sempre lì, fra la rotonda degli alpini e il cimitero: perché non regalarlo a chi ha bisogno?
La storia di Mauro e Franca, i proprietari della rivendita di fiori di Gazzada Schianno l’avevamo raccontata tempo fa con la catena di solidarietà che mise in rete la necessità di una giovane imprenditrice che ha perso tutto nel terremoto e la generosità dei varesini.
Oggi, sabato 11 marzo, un altro atto di questa vicenda che ha il sapore delle cose buone della vita è andato in scena fra bicchieri di vino e cacciaviti, fette di salame e brindisi per uno spuntino di mezzogiorno a lavoro finito: del chiosco rimane solo la struttura, che verrà a giorni caricata su di un camion e trasportata a Borbona, uno dei comuni della provincia di Rieti fra i più colpiti dagli eventi sismici di agosto e di ottobre.
Il resto, tubi, parti mobili, cerniere, pedane e quant’altro è stato smontato oggi, dagli uomini della protezione civile, ma anche dai tanti volontari di piccole aziende e associazioni del territorio che si sono date appuntamento a Gazzada per lavorare sodo.
Meritano di essere citati, infatti, il Motoclub di Gemonio, la Fonderia Casati di Varese e i lattonieri Fratelli Garbui di Gemonio.
Poi ci sono i coniugi Lucia e Mauro Donghi, quest’ultimo autotrasportatore dell’omonima azienda che ha messo a disposizione il suo mezzo per caricare la struttura e portarla nel luogo dove servirà a donare quella linfa vitale che si chiama lavoro e che permetterà di far rinascere una famiglia.
Un meraviglioso esempio dell’Italia unita che proprio da Gazzada Schianno rende omaggio alla laboriosità al buon cuore dei varesini.
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