Conto alla rovescia per le semine del riso, ma i prezzi crollano

Vertice di emergenza per il crollo dei prezzi del riso che sta facendo preoccupare gli agricoltori: boom delle importazioni e crollo dei prezzi

riso

Conto alla rovescia per le semine del riso: sono scattati i lavori di preparazione dei terreni, ma il settore è in emergenza per il boom delle importazioni e il crollo dei prezzi. Per questo oltre 150 aziende dalle principali aree risicole della Lombardia (Pavia, Milano e Lodi) hanno partecipato lunedì sera al vertice che si è svolto al Palazzo Coldiretti di Pavia.

«L’Italia è il primo produttore europeo di riso, con un territorio di oltre 234mila ettari coltivati a risaia che garantiscono importanti opportunità occupazionali e che hanno un ruolo ambientale insostituibile – dice Mauro Tonello, Vice Presidente nazionale di Coldiretti – E’ necessario che si intervenga in tempi brevi e che tutte gli organi coinvolti dicano chiaramente da che parte intendono stare. Coldiretti continuerà a stare dalla parte degli agricoltori, lavorando per soluzioni concrete come ha sempre fatto».

In Lombardia si coltivano oltre 101mila ettari a riso, di cui 84mila in provincia di Pavia. «Si tratta di un prodotto d’eccellenza, –sottolinea Wilma Pirola, Presidente di Coldiretti Pavia– che va tutelato sia con l’etichettatura d’origine sia dicendo basta all’invasione di riso straniero. Il sistema tariffario agevolato senza dazi introdotto dall’Unione Europea per i Paesi che operano in regime EBA, sta agevolando solo le multinazionali del commercio. A farne le spese sono le nostre imprese risicole, che stanno subendo pesanti ricadute economiche».

Secondo i dati di Coldiretti nel 2016 l’import è aumentato del 489% dal Vietnam e del 46% dalla Thailandia mentre nel 2015 è stato registrato un aumento record del 21% di prodotto dall’estero, mentre – secondo i dati del sistema di allarme rapido comunitario (RASFF) – dall’inizio del 2016 ci sono state 12 allerte sanitarie da contaminazione per il riso e i prodotti a base di riso da Paesi extracomunitari in Europa. Le partite “fuorilegge” pericolose per la salute dei cittadini riguardano la presenza irregolare di residui antiparassitari, di aflatossine cancerogene o altre tossine oltre i limiti, infestazioni da insetti, livelli fuori norma di metalli pesanti o la presenza di OGM proibiti in Italia e in Europa. Un pericolo per i consumatori che si estende a livello comunitario, dove nell’ultima campagna di commercializzazione – precisa la Coldiretti – è stato raggiunto il record di importazioni con l’ingresso in Europa di 1.380.000 tonnellate di riso lavorato, di cui 370.000 dai paesi meno avanzati.

La culla del riso in Lombardia si conferma Pavia, prima provincia risicola d’Europa: qui secondo gli ultimi dati disponibili nel 2016 sono stati seminati 84.243 ettari di risaie. Subito dopo vengono Milano (13.898 ettari) e Lodi (2.302 ettari); più staccata la provincia di Mantova (1.247 ettari). A livello lombardo – sottolinea la Coldiretti – la progressione delle superfici coltivate fra il 2015 e il 2016 era stata del +5%, arrivando a superare i 101mila ettari coltivati in Regione. Anche per quanto riguarda il numero di imprese Pavia si conferma in testa alla classifica: tra la Lomellina e il Pavese si concentrano 1515 aziende risicole. Al secondo posto si piazza la provincia di Milano (300 aziende), seguita da Lodi (69) e Mantova (67). Il totale delle aziende che coltivano riso in Lombardia sfiora dunque le duemila unità. A livello italiano, invece, ci sono 4.625 imprese agricole attive nella coltivazione del riso, seminato nel 2016 su un totale di oltre 234mila ettari. La risicoltura – conclude Coldiretti – dà lavoro nell’intera filiera a oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori. Un patrimonio inestimabile, messo però a rischio da una situazione di crisi insostenibile.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2017
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