Donó un rene al marito: “Ci amiamo e amiamo la vita”
Melina dodici mesi fa ha donato un rene a suo marito Massimo: oggi stanno bene e raccontano come prosegue la loro vita, costellata di ostacoli ma vissuta con forza e tenacia
Max e Melina, un anno dopo. Siamo tornati a Tradate, a casa di Massimo Guffanti e Melina Virruso, moglie e marito protagonisti di una delle storie più toccanti nelle quali ci sia capitato di imbatterci: lei ha donato un rene a lui, salvandogli la vita.
Dopo dodici mesi esatti, la loro vita prosegue senza intoppi. Potrebbero fare da testimonial per le campagne sulla donazione di organi da persone viventi: sereni, convinti di quello che hanno fatto, consapevoli e più uniti che mai. E danno a tutti noi una lezione di vita da conservare gelosamente.
«I miei valori sono ok, i medici del San Matteo di Pavia sono soddisfatti, ho reagito bene. Mi dicono che sono un esempio, mi citano spesso con altri pazienti per spronarli – spiega Max, 53 anni, affetto da fibrosi cistica (dieci anni fa ha dovuto affrontare il trapianto di entrambi i polmoni per poter sopravvivere) -. Ogni giorno mi emoziono pensando di avere in corpo una parte della mia Melina. La cosa più importante per me è che lei stia bene, che non abbia avuto problemi. Mi ha aiutato molto con la sua serenità».
Ed è proprio la serenità nel raccontare una scelta forte come quella di donare un organo del proprio corpo a qualcun altro la cosa che stupisce maggiormente in questa donna di 55 anni, fortissima, temprata dalla vita e dall’aver affrontato ostacoli per la maggior parte delle persone insormontabili o quasi: è nata senza gambe e vive con due protesi al posto degli arti inferiori da quando ha 5 anni: «Non posso fare molte cose, correre, andare in bicicletta. Ma che ci posso fare, vado avanti e mi adeguo».
Melina è al fianco di Massimo da 22 anni, ha affrontato con lui tante battaglie difficili e complesse: «Quando si è presentata la possibilità di donare il rene a mio marito – racconta – non ci ho pensato per più di un secondo. Qualche timore l’ho avuto, un po’ di paura dettata dalla mia condizione c’è stata, ma la forza dell’amore per lui e la convinzione che sia stato il destino a guidarmi in questa scelta non mi hanno fatto mai cambiare idea. Per me è una cosa naturale, andava fatta e l’ho fatta. So di essere forte, me ne sono accorta in questi mesi ancora meglio: la vita mi ha messo a dura prova, ho dovuto formarmi una corazza bella dura. Ma a me la vita piace e ci sto attaccata meglio che posso. Mio marito mi ha accettata per quella che ero, quando c’è stata la possibilità di farlo, ho scelto di aiutarlo per quello che potevo, cioè donandogli una parte di me. Il destino ha fatto sì che fossimo compatibili e che tutto potesse essere fatto senza rischi esagerati per me. Sono felice di averlo fatto».
Dopo un anno dall’operazione le cose vanno bene, sia Massimo che Melina hanno superato la fase post operatoria brillantemente, i controlli periodici dicono che tutto fila liscio. Con la loro cagnolina Kyra al loro fianco possono guardare al futuro con speranza e convinzione: «Lottiamo e lotteremo sempre – conclude Max -. Sono consapevole del dono che ho ricevuto, per lei io ci sarò sempre».
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