La storia del piccolo Alfredo Rampi in scena al Nuovo
Si intitola "L'Italia in fondo a un pozzo" lo spettacolo che racconta la terribile vicenda del bambino. In scena Fabio Banfo
Dopo il grande successo di Fausto Russo Alesi e del suo Ivan, Gocce 2017 prosegue il 23 marzo con il racconto della terribile vicenda del piccolo Alfredno Rampi, nell’interpretazione di Fabio Banfo in Alfredino, “L’Italia in fondo a un pozzo”.
Lo spettacolo è il racconto della tragica vicenda del piccolo Alfredo Rampi, precipitato a 30 metri di profondità nel pozzo di Vermicino, e dei tentativi di salvarlo nelle 36 ore successive. Una storia che ha sconvolto il paese nel 1981, con la prima diretta no-stop a coprire un caso di cronaca, un evento mediatico che doveva documentare una storia a lieto fine e che alla fine si è trasformato in uno shock collettivo nazionale. Una storia che assomiglia a mille altre storie italiane, fatta di improvvisazione, approssimazione, coraggio, cialtroneria, conflitti tra poteri, politica, vanità, avente come protagonisti macchiette, nani, acrobati, eroi, mezzibusti, politici…come se quel pozzo avesse avuto il potere di risucchiare come in un gorgo tutto il paese per poi risputarlo fuori sempre uguale a se stesso, eppure per sempre mutato. Per molti dei commentatori dell’epoca quell’evento segnò un punto di non ritorno, una sorta di svolta. In quegli anni nasceva la Tv privata. Si realizzava quel mutamento antropologico che Pasolini (morto lo stesso anno in cui nasceva Alfredino) aveva profetizzato.
Lo spettacolo è pensato come un monologo per solo attore/narratore, che interpreta di volta in volta tutti i personaggi della vicenda, come ad esempio il vigile che per ore ha parlato con lui per cercare di rassicurarlo e infondergli speranza, descrivendogli le trivelle che scavavano un pozzo parallelo a quello in cui era caduto, e che lo terrorizzavano con le loro vibrazioni ed il loro rumore, come se fossero i robot simili a Mazinga e Goldrake, di cui il piccolo era appassionato; oppure come lo speleologo sardo, scelto per il suo corpo minuto per calarsi in quel pozzo infernale, e che rimase 40 minuti appeso a testa in giù, a 60 metri di profondità, a tentare inutilmente di imbracare il bambino e salvarlo. Oppure due brigatisti rossi che discettano di una improbabile, eppure al tempo circolata tra l’opinione pubblica, teoria del complotto di un caso mediatico montato ad arte, per stornare l’attenzione dell’opinione pubblica dallo scandalo della P2, emerso solo un mese prima. Una tragicommedia insomma, che ha lo scopo di raccontare, insieme alla vicenda principale, l’Italia di quegli anni, con i suoi misteri e la sua ingenuità.
Ma il personaggio centrale è Alfredino, quel bambino perduto, come fosse l’anima dell’Italia, inghiottita dal buio, perduta per sempre, per sempre incastonata in un diamante, come il blocco di ghiaccio azotato in cui fu conservato il suo corpo, prima di recuperarlo dalla tenebra in cui è venuto a mancare a noi tutti.
INFO E PRENOTAZIONI
Biglietti: € 15 – 12 – 10 (anche online su www.vivaticket.it o presso tutti i supermercati COOP)
Prenotazioni al 334.2692612 o scrivendo ad arciragtime@gmail.com
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