L’arte di Craigie Horsfield al MASI di Lugano
Si inaugura domani, sabato 11 marzo alle 17, l' esposizione monografica dedicata all'artista britannico Craigie Horsfield. Sarà visitabile fino al 2 luglio
E’ stata presentata questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, la mostra “Craigie Horsfield. Of the Deep Present”, che sarà al MASI Lugano dal 12 marzo al 2 luglio 2017.
Allestita dal Museo d’arte della Svizzera italiana, in collaborazione con il Centraal Museum di Utrecht, la mostra – che si inaugura domani, sabato 11 marzo alle 17 – è un’ampia esposizione monografica dedicata a Craigie Horsfield, artista britannico che nel corso della sua carriera ha sviluppato importanti riflessioni sui concetti di relazione sociale e “lunga” durata, conducendo nel contempo una straordinaria indagine sulla natura stessa dell’immagine fotografica.
Nel suo lavoro ricorrono ritratti, nature morte, nonché momenti di vita quotidiana, riti e riflessioni sulla società, sugli individui e le relazioni, esplorati con tecniche innovative che tendono a stemperare i limiti fra le varie discipline artistiche.
La fotografia costituisce infatti solo uno dei molteplici tasselli che si sovrappongono nella sua produzione artistica: a partire da un negativo, o da un fotogramma, Horsfield produce opere di grande formato realizzate con tecniche sorprendenti e disparate come arazzi e affreschi.
“La struttura narrativa della mostra – hanno spiegato i curatori – si sviluppa in sezioni incentrate su opere emblematiche, sovente lavori monumentali come i maestosi arazzi dedicati alla scena apocalittica di Ground Zero o al Golfo di Napoli in un’ambigua visione notturna. Lo straordinario percorso che ne scaturisce porta alla luce le relazioni che intercorrono fra eventi accaduti in luoghi e momenti apparentemente lontani, fra le persone che ne sono state partecipi e gli spettatori che ne fanno scoperta in mostra”.
Il concetto di relazione – inteso sia come il legame tra individui sia come il narrare, il raccontare – è centrale nell’opera di Horsfield. Nei progetti che ha realizzato appositamente per questa mostra, così come in altre numerose occasioni, ciò è particolarmente evidente. Secondo l’artista un’opera d’arte si realizza pienamente solo grazie al ruolo attivo del pubblico: «Ciò che avviene qui è il riconoscimento di un passaggio di comprensione, di raccoglimento e di identificazione, l’impressione di dare tempo e profonda attenzione al mondo e agli altri, e a un presente profondo. A volte questi passaggi sono fluidi nelle loro interrelazioni, altre volte sono spigolosi e discordanti, e all’interno della struttura ci sono strati su strati di associazioni, citazioni e allusioni, dentro le opere, dentro la narrazione e nel corso della storia, la storia immaginata come un presente profondo».
La mostra, è curata da Marco Franciolli, direttore MASI Lugano, con Edwin Jacobs, ex-direttore del Centraal Museum di Utrecht e ora direttore del Dortmunder U–Zentrum für Kunst und Kreativität, Dortmund, e Charlotte Schepke, direttrice della galleria Large Glass di Londra.
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