Sì alla Lingua Italiana dei Segni
Il consiglio comunale ha votato la proposta di riconoscere questo linguaggio che aiuta a comunicare chi non sente. Tutto per amore di un piccolo concittadino
Davanti a un folto pubblico si è svolto venerdì 10 marzo il consiglio comunale di Maccagno con Pino e Veddasca. Piatto forte della serata l’Ordine del giorno sul “Riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni (Lis) per la partecipazione delle persone non udenti alla vita collettiva”.
Dopo l’introduzione del Sindaco Fabio Passera, che ha ricordato l’approdo a questo mondo dopo aver conosciuto le difficoltà di un giovanissimo suo concittadino ha preso la parola il Prosindaco di Maccagno Costanza Guerri, mamma del bambino che oggi frequenta la prima elementare e attorno al quale oltre quattro anni fa nacque l’attenzione per una disabilità che fino a quel momento era a molti sconosciuta.
«Per chi come me, come la mia famiglia, vive quotidianamente a contatto con una persona sorda e con il mondo della sordità, per tanti aspetti ancora molto poco conosciuto rispetto ad altre forme di disabilità, sarebbe davvero un traguardo se la LIS fosse considerata alla pari della Lingua italiana – ha spiegato Costanza Guerri . Significherebbe l’abbattimento di numerosissime barriere: innanzitutto, nell’ambito scolastico, vorrebbe dire che un bambino avrebbe diritto ad un’assistente alla comunicazione per tutte le ore di lezione, senza oneri che gravino sulle famiglie e sui Comuni. Inoltre, a tutti i sordi, sarebbero garantiti l’accesso effettivo a tutte le forme di comunicazione, alla cultura, all’educazione, ai servizi, alla vita sociale. E, soprattutto, pari dignità».
La prosindaca ha inoltre raccontato le difficoltà famigliari legate a questo tema, ma anche la grande disponibilità della comunità locale, che l’ha supportata: «La mia esperienza come mamma di un bambino sordo mi ha fatto percorrere strade innumerevoli, conoscere persone a volte sbagliate; oppure, come qui a Maccagno con Pino e Veddasca, persone che mi hanno aiutata, hanno dimostrato solidarietà e volontà di accompagnare me e la mia famiglia in questo difficile ma non impossibile percorso, quello nel mondo della sordità in mezzo agli udenti. Per me la LIS è stata un’ancora di salvezza quando ormai eravamo con l’acqua alla gola. Non essendomi avvicinata subito alla Lingua dei Segni, per cause indipendenti dalla mia volontà, ho fatto perdere anni importantissimi a mio figlio ritardando di molto la possibilità di comunicare con lui e, gioco forza, anche a lui è stata preclusa qualunque sorta di rapporto con l’esterno. Questo a causa della saccenza e la scarsa informazione di chi, ancora oggi, considera la sordità come una malattia da debellare come la peste, curabile solo chirurgicamente, di chi spende fiumi di parole contro la LIS offendendo pesantemente chi, senza far male a nessuno la utilizza nella vita quotidiana.».
Tra i presenti una delegazione dell’Ens (Ente Nazionale Sordi) provinciale, guidata dal Presidente Vito Luigi Lepore. Con lui, Erika Morrone, l’interprete dei segni che da sempre partecipa al progetto maccagnese.
Molto nutrita anche la delegazione della Scuola Primaria. A guidarla la Dirigente dell’Istituto Comprensivo “B. Luini” di Luino Raffaela Menditto, partner con il Comune la famiglia di quel “progetto Ponte” che da oggi in avanti regolerà la presenza nella scuola dei bambini non udenti. Con lei, le insegnanti che seguono in prima persona la formazione del piccolo alunno, senza dimenticare che nei banchi della maggioranza siedono altre due insegnati della medesima scuola Primaria, Ines Antoninetti e Patrizia Villani.
Evidente la soddisfazione del Sindaco, che ha fortemente voluto che il Comune di Maccagno con Pino e Veddasca fosse tra i primi in Italia a riconoscere la LIS come lingua ufficiale, atta a valorizzare la dignità e l’autonomia della persona sorda, i suoi pieni diritti di cittadinanza in tutti i campi della vita sociale.
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