“Vogliamo giustizia per Giada, non i soldi”
A pochi giorni dal processo parlano i genitori della ragazza di 17 anni uccisa da un pirata della strada. Su questa storia interviene anche Gramellini sulla prima pagina del Corriere della sera
Sulle braccia si sono fatti tatuare il nome della figlia. Vivono nel suo ricordo. E in suo nome, i genitori di Giada Molinaro hanno deciso di non accettare la proposta di risarcimento che l’assicurazione dell’uomo che investito la figlia ha proposto loro.
Perché?
“Non vogliamo che ci sia negata la possibilità di costituirci parte civile – osservano Pasquale Molinaro e Stefania Marzano – in questo modo sarebbe come accettare un compromesso. In realtà ci interessa poter essere presenti in aula. Vorremo però anche che la giustizia fosse applicata senza sconti. Perché già con il rito abbreviato ci sarà un abbassamento della pena”.
IL CORSIVO DI MASSIMO GRAMELLINI
Oggi, sabato 4 marzo, anche Massimo Gramellini, nella sua rubrica sul Corriere della sera, scrive della scelta dei genitori di Giada. Parla di una cifra diversa da quella realmente offerta dall’assicurazione, ma la questione non è certo nelle somme di denaro, come anche lui spiega.
…in quella scelta così fiera da parte di una famiglia che non naviga nell’oro si può leggere anche qualcos’altro. Qualcosa che oltrepassa i codici e le convenienze processuali. È l’affermazione che non tutto al mondo può essere quantificabile. L’amore per una figlia perduta, per esempio. E il pudore nel macchiarne il ricordo, accettando di monetizzarlo.
IL PROCESSO
Il processo inizierà il 21 marzo. Giada Molinaro fu investita da Flavio Calogero Jeanne, un 24enne di Varese che non si fermò a soccorrerla. Fu arrestato dopo due giorni. Disse al carrozziere che aveva investito un cinghiale. “Non mostrò pentimento – osserva il padre di Giada – lo arrestarono dopo due giorni e non si consegnò. Questo comportamento è inaccettabile e noi vorremmo fosse punito”. Mamma Stefania è affranta: “Non toccò nemmeno il freno – osserva – non la soccorse. Forse se avesse cercato di aiutarla, un giorno, avremmo potuto perdonarlo, ma così no”.
Anche la famiglia del giovane 24enne è distrutta da quanto avvenuto. I genitori di Giada ricevettero una lettera dai genitori di Flavio, il giorno del funerale, ma non hanno voluto leggerla. Troppo doloroso per loro.
(il padre di giada mostra il tatuaggio con la scritta “Giada…vita mia”)
La cifra offerta dall’assicurazione all’avvocato Corrado Viazzo era di 300mila euro a testa. Pasquale Molinaro spiega che quando il processo sarà finito probabilmente faranno causa. Le probabilità di avere un risarcimento simile, a quel punto, saranno inferiori e il percorso più tormentato, ma hanno deciso così.
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che senso avrebbe dare 30 anni di galera ad un giovane di 24 anni? io credo che sia più sensato metterlo nella condizione di non farlo più,può succedere a chiunque di investire una persona ma quello che ha fatto dopo è gravissimo,pur avendo avuto il tempo di pensare non si è costituito…servizi sociali per 10 anni e sospensione perpetua della patente con altri 20 anni di servizi sociali se sorpreso di nuovo a guidare.Per alcuni il lavoro è la peggiore delle condanne…
Una persona del genere non deve essere messa più nella condizione di guidare un’auto vista la poca considerazione della vita altrui che ha dimostrato di avere.
Del resto non sono nemmeno d’accordo nel rinchiuderlo in una cella per qualche anno. Una persona del genere deve espiare le proprie colpe, deve essere messo nelle condizioni di lavorare per gli altri. Solo allora capirà il danno che ha fatto non tanto investendo una persona (la tragedia per fatalità può capitare a chiunque) ma scappando e non costituendosi.