Bettinelli: “Abbiamo fatto errori, ma i ragazzi hanno dato tutto”
Il tecnico del Varese non getta croci sui suoi: "Tanta pressione, sono dispiaciuti. Pagata la fatica di tre gare in una settimana". Tomasoni rincuora gli avversari: "Il campionato non è ancora finito"
Nella sua Masnago, Stefano Bettinelli raccoglie la seconda delusione nel giro di mezza settimana. Dopo il pareggino con la Pro Settimo il Varese perde in casa contro il Legnano e vede “scappare” le due capolista di Serie D a +4, con una partita in meno da qui alla fine del campionato.
«Non credo che il Legnano abbia meritato, però il grosso demerito è stato nostro – spiega l’allenatore biancorosso – Abbiamo sbagliato il rigore e non abbiamo finalizzato quel che abbiamo creato a differenza loro che hanno sfruttato le poche occasioni. Penso che il risultato non sia giusto ma lo accetto. Non credo che da parte nostra ci sia stato un errore nell’atteggiamento, penso invece che abbia pesato il fatto di disputare la terza partita in una settimana; era una gara sentita, giocare qui per i ragazzi sembra una sciagura e quando sbagli il rigore e prendi gol su un traversone ti cade il mondo addosso. Sicuramente non hanno sbagliato l’atteggiamento, su questo non posso imputare nulla, anzi: la preparazione alla gara è stata buona, io li ho visti concentrati».
Bettinelli non nega che qualche problema di costruzione del suo undici ci sia, ma prosegue: «Se i risultati sono questi, evidentemente qualche lacuna c’è, ma non voglio sindacare su questo. Mancano cinque partite, proveremo a migliorare sempre di più laddove si può migliorare, però ribadisco che la squadra ha dato tutto quello che poteva. Non conoscevo la Serie D, qui si fa la guerra più che giocare a pallone: se ti va bene il rimpallo vinci, altrimenti perdi. Da quando sono arrivato ho cercato di lavorare sull’aspetto mentale – prosegue – evidentemente non era l’unico da perfezionare in questa squadra; ho visto i miei giocatori scoraggiati in spogliatoio e mi dispiace perché non si meritano questa situazione. Si sentono obbligati a vincere perché la squadra si chiama Varese, la gente vuole tornare velocemente in alto, si parla di blasone e via dicendo… Purtroppo tutto questo si ripercuote sui ragazzi, alimentano la pressione su di loro. Anche continuare a ripetere che questo girone è scarso non aiuta il loro morale».
Infine, comunque, i complimenti ai dirimpettai: «Il Legnano ha vinto più contrasti di noi, e questo non è un bene, ma non penso che i lilla avessero più voglia di vincere: un successo a loro non cambia granché, a noi invece avrebbe cambiato la vita. Ma in questo momento non abbiamo giocatori capaci di prendere per mano la squadra e portarla oltre l’ostacolo. Auguro però a Paolo Tomasoni di riuscire nel miracolo di salvare il Legnano: è un ottimo allenatore e un amico. A voi e a noi dico: ricordatevi che il Piacenza ha speso tanto per tre anni e solo alla fine è riuscito a vincere la Serie D: non è facile per nessuno».
Paolo Tomasoni, sorridente e soddisfatto, porta a casa tre punti di speranza da quello che è stato uno stadio fondamentale per la sua carriera.
«A noi non interessa giocare solo per difenderci e lo avete visto. Il Varese ha provato a pressarci all’inizio ma abbiamo retto bene; credo che la nostra vittoria sia meritata nonostante un secondo gol un po’ fortuito. Fa piacere uscire tra gli applausi di Masnago, perché questa squadra in tempi recenti ha patito una serie di episodi sfortunati e momenti difficili che mi sono tuttora sullo stomaco».
Analizzando la partita, Tomasoni spiega: «Ho messo Hazah seconda punta perché ha una certa qualità e ci può dare qualcosa di buono; Balconi terzino è una scommessa che ho fatto insieme a lui, è solo alla terza partita in quel ruolo e quindi ha ancora cose da migliorare, però sono convinto che possa fare bene. Sono felice anche per il pubblico e la società che, da quando sono qui, ci ha sempre sorretto. Infine non credo che oggi il Varese abbia perso il campionato, c’è ancora margine. Qui la gente è pretenziosa ma è giusto così: allo stadio sono appese le foto di tanti grandi campioni del passato… Io vi dico: date tempo a Bettinelli. Noi intanto viviamo alla giornata e cerchiamo di migliorare di volta in volta, poi vedremo a fine stagione».
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Fanno tenerezza Bettinelli e Merlin. Loro malgrado calati in una situazione che non sanno gestire, scambiati l’uno per un allenatore e l’altro per un direttore sportivo dai lungimiranti dirigenti. Come volevasi dimostrare, cambiare a caso crea solo danni e aggiunge conti da saldare. Anche se, non c’è da preoccuparsi perché col pallanuotista ora nuotiamo nell’oro. Anzi, considerate le nuove infinite risorse, bisogna premiare tanta competenza tecnica e confermare entrambi anche per l’anno prossimo.