I ferrazziani:”Noi leali, basta che il sindaco faccia qualcosa”
Dopo la seduta di consiglio saltata, parla il gruppo di Luca Ferrazzi, che chiede più condivisione delle scelte. "Basta proclami roboanti, servono risposte per la città"
«Noi il sindaco lo sosteniamo, in pieno. Basta che faccia qualcosa». Luca Ferrazzi, leader di Libertà per Gallarate, ridimensiona quanto accaduto giovedì sera in consiglio comunale. Ma di certo non nasconde il malessere e il malumore dei ferraziani rispetto all’operato dell’amministrazione Cassani.
Giovedì sera la seduta del consiglio comunale è saltata perché nelle file della maggioranza c’erano cinque assenti: due di Forza Italia (di cui uno in malattia da tempo), uno della Lega, più i due ferrazziani. Indicati anche dal sindaco – implicitamente – come fuori dalla maggioranza. Ora: il consiglio comunale è stato riconvocato per martedì 2 maggio, ma le domande e i dubbi rimangono. Quanti voti ha la maggioranza? Perchè i consiglieri di Libertà per Gallarate non erano presenti?
«Ieri c’è stato un incidente di percorso perché sono mancati cinque consiglieri. Fichera ha avuto un problema e anche Carabelli. È un fatto che va derubricato a questo, a problemi dei singoli consiglieri» ridimensiona Ferrazzi. Che però certo non nasconde l’attrito ormai evidente, di merito, sulle scelte e sull’azione amministrativa. «La nostra posizione rimane leale della maggioranza, ma continuiamo ad avere una posizione critica, rispetto all’attuazione del programma elettorale. Per noi nulla cambia in maggioranza. Se qualcuno volesse strumentalizzare: se qualcuno dice che certe assenze pesano più di altre, lo spieghi».
Quali decisioni non convincono? Quali passi si dovrebbero fare? «Io ribalto la domanda: che cosa viene fatto oggi? Al di là dei proclami urlati, fatti concreti non ce ne sono. Non ci sono scelte per rilanciare la città. Fossi il sindaco, io cercherei di ricompattare la maggioranza e definire un progetto serio».
E invece il sindaco ha detto che prende atto che ha due voti in meno in maggioranza… «Vale solo per noi? O vale anche per Deligios, Petrone, Lorusso? Non capisco la logica di questa dichiarazione. Se si vuole usare strumentalmente le assenze, noi non possiamo accettarlo» incalza ancora Ferrazzi. «Questa è una confusione tra vittime e carnefice che non accettiamo. Noi rimaniamo lì, in consiglio. Non abbiamo niente da perdere, non abbaino più assessori, teniamo al programma: noi continuiamo a dire quello che pensiamo. Al di là delle consulte rionali, al di là dell’ordinaria amministrazione, cosa si è fatto in nove mesi? Su questo noi con grande serenità chiediamo conto. Abbiamo rinunciato alla cadrega in giunta, non la chiediamo, chiediamo invece più confronto: l’abbiamo chiesto da subito, l’abbiamo chiesto quando si è dimesso Franco Liccati».
E da allora non c’è stato confronto? «Assolutamente no, non c’è stato, né con noi né con l’insieme della coalizione. Vale per tutte le componenti di maggioranza» continua Ferrazzi. «Si fanno dichiarazioni roboanti e non seguono i fatti. Palazzo Minoletti è ancora vuoto, del futuro della Caserma di viale Milano non si parla, le scuole Bottini sono lì senza una prospettiva, dopo che è stato eliminato il progetto della biblioteca. Ma vale anche per i Piani di zona e per altri temi. Al sindaco diciamo che noi lo sosteniamo in pieno, basta che faccia qualcosa».
(foto d’archivio: all’estrema destra Luca Ferrazzi, Carabelli è il secondo da sinistra; tra loro l’ex assessore Franco Liccati)
Sulla stessa linea si muove anche Luca Carabelli, che insieme a Luigi Fichera siede in consiglio comunale. Anche lui parla di «fuga in avanti del sindaco» sulla valutazione di quanto avvenuto giovedì sera, ma rinnova le critiche. «Continuiamo a condividere il programma elettorale, sul resto continueremo a valutare il merito. Ieri non era in discussione la posizione politica». Cosa significa resto? «Cose che devono ancora arrivare, provvedimenti che non siano stati concordati, in campagna elettorale o in precedenti consultazioni di maggioranza» continua Carabelli. «Noi abbiamo chiesto anche un confronto in maggioranza, ma ancora latita, a due settimane dalle dimissioni di Franco [Liccati, ndr]». Non è in discussione la posizione politica sul bilancio consuntivo: quindi martedì sera sarete seduti al vostro posto in maggioranza? «Controllo l’agenda, se non posso avviso. Ma ricordo che ieri sera non mancavamo solo noi, mancavano altri due capogruppo, anche quello della Lega».
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