Il mercoledì da leoni nella baita degli alpini
Un rito che ogni settimana si consuma fino a tarda notte lontano da occhi indiscreti fra storie, canti e sogni di libertà. il 7 maggio l’85° del Gruppo
C’è un giorno della settimana dove in Valcuvia per qualche ora un gruppo di persone esce dal tempo e si rinchiude in un rifugio fatto di piccozze, foto sbiadite, gavette, polenta, salame e caffè corretto.
«Entri alle 9, ma non sai a che ora esci: è così tutti i mercoledì».
Ma quale calcetto? Ma quale serata cinema col biglietto ridotto? Esiste ancora, fra i muri in legno della baita di Cuvio, nel centro del paese, vicino alla scuola, un tempio dedicato allo svago di una volta, un santuario del tempo perso e della penna nera dove (quasi) tutto è permesso: benvenuti al Gruppo alpini di Cuvio.
In realtà le donne sono ammesse, ma non se ne vedono, e non bisogna aver fatto il militare negli alpini per far parte di questa realtà: ci sono “cavalieri”, fanti e bersaglieri, ma c’è anche chi il soldato non l’ha fatto.
Oppure capita di incontrare il Gin, che la naia l’ha finita 65 anni fa perché di primavere sulle spalle ne ha 88 e l’ultimo Adamello scalato risale a due anni fa. Il Gin è famoso perché è finito nelle illustrazioni di Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere per aver tagliato, lui insieme a tutta la sua famiglia, un castagno monumentale: «Ci abbiamo messo due giorni, e ho anche la foto, vedi, sono quello là, piccolo, coi calzoni corti». Erano gli anni Quaranta.
Oggi Luigi Maggi, classe 1929, da tutti conosciuto come il “Gin Bardell” (perché la madre era di Bardello) è sempre l’ultimo a chiudere: si piazza dietro al bancone e dalle sue mani arrivano solo caffè con l’aggiunta di grappa; alla fine della serata gira le chiavi nella toppa e spegne l’insegna al neon sul tetto, anche quella a forma di cappello d’alpino.
«Sì, questo è il rifugio di tutti noi – racconta Roberto Maratea, da gennaio alla guida del Gruppo, che fa capo alla sezione di Luino – e davvero ci sono sere in cui si tirano le 2 o le tre: è così, ci piace stare insieme e farlo indossando questo», e indica il cappello con la piuma, reliquia grigioverde per le occasioni speciali.
Sono serate un po’ caotiche, dove salta fuori di tutto: chiacchiera di paese, le inevitabili ultime conquiste, esagerazioni e voce grossa, e dove c’è chi alla soglia degli 80 si avvicina e dice di leggere tutte le sere Varesenews. Si chiama Natalino Noia, e ha in mano la sua immagine di quando era sotto le armi, con barba nera, mimetica e fucile a tracolla, ricordi ingialliti da tenere stretti nel portafogli.
C’è parapiglia al momento della foto di gruppo e scatta la discussione su dove stendere lo striscione, poi ci si mette d’accordo e parte cil canto del brindisi, “tutto il mondo fa cin cin…”.
«Questi ritrovi servono per fare il punto sulle iniziative che organizziamo, come la grande festa per l’85° anniversario del gruppo che si terrà il 7 maggio dove ci saranno momenti solenni, come la sfilata e la messa, ma in cui si potrà venire a mangiare al parco della proloco, qui a Cuvio», dice Maratea. «E poi il raduno».
Già, il raduno: quest’anno è a Treviso, il 14 maggio: lì non è questione di ore, ma di giorni, in cui la località scelta diventa zona franca per canti, cori e bevute colossali.
Come tutti gli anni ci sarà anche il Gin, col suo cappello del militare oramai consumato e il sacco a pelo che piazza a terra dove, da buon boscaiolo, schiaccerà un pisolino pensando alla prossima ferrata del Brenta.
Lunga vita al Gin e agli alpini di Cuvio.
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