Istat: in 50 anni 7milioni di abitanti in meno in Italia, 150mila in più in Lombardia

Le previsioni segnano un crollo della popolazione. Il Centronord accoglierà il 71% di residenti contro il 66% di oggi e l'età media dei lombardi arriverà a 49 anni

popolazione previsione

Quanti saremo in Italia tra 50 anni? Quale sarà l’età media della popolazione? Le previsioni demografiche appena pubblicate dall’Istat cercano di rispondere a queste domande restituendo un quadro, a livello italiano, molto delicato.

Da quello che risulta, infatti, il calo della popolazione potrà essere di 7 milioni di residenti in meno: da 60 a 53 milioni di abitanti nel 2066.

Una situazione complessa che prende in considerazione il dato nazionale ma che, come spesso avviene, è molto più marcata nel sud Italia, rispetto che al nord. Dai dati nazionali, infatti, abbiamo scorporato quelli che riguardano il nord Italia dove risulta un calo di “soli” 1,2 milioni di abitanti che comunque sono più di quelli che abitano attualmente nell’intera provincia di Varese).

Sempre dai dati Istat abbiamo isolato le previsioni a livello regionale costruendo un grafico che riguarda la sola Lombardia dove, addirittura, le previsioni indicano un aumento, seppur molto timido, della popolazione che passa da 10milioni fino a 10,5 per poi calare nuovamente fino a 10,2 milioni di abitanti.

Un altro dato che è opportuno prendere in considerazione è quello che riguarda le previsioni sull’età media della popolazione. Anche in questo caso abbiamo isolato solo quelle che riguardano il territorio lombardo e quello che ne emerge è che nell’arco di 50 anni l’età media sarà salita di 4 anni, da 44,8 anni nel 2017 a 49,1 nel 2066.

Leggi la nota metodologica dell’Istat su come è stato redatto lo studio.

LA PREVISIONI SULLA POPOLAZIONE NAZIONALE
La popolazione residente attesa per l’Italia è stimata pari, secondo lo scenario mediano, a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel 2065. Tenendo conto della variabilità associata agli eventi demografici, la stima della popolazione al 2065 oscilla da un minimo di 46,1 milioni a un massimo di 61,5. La probabilità di un aumento della popolazione al 2065 è pari al 7%.

LE DIFFERENZE TRA NORD E SUD
Nello scenario mediano, mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l’intero periodo, per il Centro-nord, superati i primi trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, un progressivo declino della popolazione si compierebbe soltanto dal 2045 in avanti. La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi è pari al 31%, mentre nel Mezzogiorno è pressochè nulla. Appare dunque evidente uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo lo scenario mediano, nel 2065 il Centronord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale.

NASCITE INSUFFICIENTI AL RICAMBIO GENERAZIONALE
Le future nascite non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi. Nello scenario mediano, dopo pochi anni di previsione il saldo naturale raggiunge quota -200 mila, per poi passare la soglia -300 e -400 mila unità in meno nel medio e lungo termine.

IL TASSO DI FECONDITA’
La fecondità è prevista in rialzo, da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 2016-2065 secondo lo scenario mediano. Tuttavia, l’incertezza aumenta lungo il periodo di previsione. L’intervallo di confidenza proiettato al 2065 è piuttosto alto e oscilla tra 1,25 e 1,93 figli per donna.

CRESCE L’ASPETTATIVA DI VITA
La sopravvivenza è prevista in aumento. Entro il 2065 la vita media crescerebbe fino a 86,1 anni e fino a 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,1 e 84,6 anni nel 2015). L’incertezza associata assegna limiti di confidenza compresi tra 84,1 e 88,2 anni per gli uomini e tra 87,9 e 92,7 anni per le donne.

LE MIGRAZIONI
Nella stima della popolazione residente attesa per l’Italia un contributo determinante è esercitato dalla previsione delle migrazioni con l’estero. Il saldo migratorio con l’estero è previsto positivo, essendo mediamente superiore alle 150 mila unità annue (133 mila l’ultimo rilevato nel 2015) seppure contraddistinto da forte incertezza. Non si esclude l’eventualità, ma con bassa probabilità di concretizzarsi, che nel lungo termine esso possa diventare negativo. Il saldo naturale della popolazione trae parziale sollievo dalle migrazioni. Nello scenario mediano l’effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,5 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell’intero periodo previsivo.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Aprile 2017
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