Le educatrici protestano in consiglio comunale, solidarietà da Pd e 5 Stelle
Claudia Cerini chiede all'assessore di fare un passo indietro sul taglio delle indennità. Anche il Pd solidarizza con le lavoratrici degli asili nido che da mesi chiedono la restituzione dell'indennità di turno
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Le opposizioni sono schierate, compatte, a favore delle educatrici degli asili nido di Busto Arsizio che reclamano la restituzione dell’indennità di turno in busta paga, tolta da settembre dell’anno scorso in forza del nuovo contratto (qui trovate gli articoli sull’argomento).
Ieri sera (giovedì) un nutrito gruppo si è presentato in consiglio comunale con striscioni e cartelloni (foto del consigliere Pd Massimo Brugnone) per rendere visibile anche nell’aula Castiglioni la vertenza che le vede opporsi alla decisione presa dall’assessorato al Personale e dalla dirigente del settore.
La protesta va avanti ormai da mesi e rischia di mettere in pericolo il servizio nido nel mese di luglio. Già il Pd aveva presentato un’interrogazione con la consigliera valentina Verga ma la situazione non si è sbloccata.
Ecco, invece, la nota firmata dalla collega del Movimento 5 Stelle Claudia Cerini
Ieri sera le educatrici delle scuole dell’infanzia comunali hanno presenziato in consiglio per riportare all’attenzione dei consiglieri il trattamento per loro discriminatorio che stanno subendo dal comune, mentre già in mattinata avevano manifestato pacificamente nel cortile del comune.
L’argomento è sempre lo stesso ormai da tre mesi, il nuovo contratto che il comune ha preparato e che (a detta dei sindacati) senza segnalare in modo esplicito una modifica riguardante la cancellazione dell’indennizzo di turno, ha chiesto alle lavoratrici di firmare. Le educatrici hanno scoperto così dopo mesi che era stata inserita una frase con la quale si riconosce l’indennità di turnazione “solo se le educatrici non si sovrappongono per più di 30 minuti tra loro”. Questa frase nella circolare di riferimento non c’è, ed è probabilmente stata tratta da una sentenza. Ma ci chiediamo, quanto il caso trattato da questa sentenza è simile a quello di Busto? Perché, (considerando anche che questa indennità veniva riconosciuta da trent’anni) se il Comune di Busto ha riscontrato un vuoto normativo non ha aperto un dialogo preventivo con i sindacati al fine di arrivare ad un accordo economico?
Da madre mi metto nei panni di quei genitori che hanno i figli nelle strutture comunali e che che stanno vivendo questo clima poco sereno che l’amministrazione ha generato, divisi tra l’esigenza di dover affidare i bambini durante le ore di lavoro e la solidarietà alle educatrici.
Lavoratrici che, grazie ai turni, hanno sempre garantito orari di apertura dalle 7,30 del mattino alle 18,00 del pomeriggio e che hanno sempre coperto anche il periodo del mese di luglio (fuori dal calendario scolastico) pur non essendo obbligate a farlo.
Nonostante la buona volontà e l’abnegazione delle dipendenti in tutti questi anni, ieri mattina il sindaco non ha voluto fermarsi nel cortile a parlare con loro e questo a mio avviso è un atteggiamento sbagliato da parte di chi rappresenta i cittadini. Della carica di sindaco si viene rivestiti grazie a un voto popolare e non c’è un momento “sbagliato” per mettersi al servizio dei propri cittadini che chiedono udienza.
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