“L’ospedale unico non è fatto per risparmiare, dovrà essere eccellenza”
In visita a Gallarate, il governatore Roberto Maroni traccia un nuovo profilo della futura struttura. Tra i temi, anche la viabilità, il destino delle aree attuali, i tempi
«L’ospedale unico non è fatto per risparmiare, è fatto per investire sulla sanità del futuro». In visita a Gallarate, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni precisa e traccia una nuova vocazione per il progetto del nuovo ospedale Busto-Gallarate, chiamato a essere «una struttura che sia un’eccellenza tra le eccellenze lombarde. Sapendo che Regione Lombardia si candida ad essere in Europa sulla ricerca sanitaria, con Human Technopole sull’area Expo per la genomica e con la città della salute e della ricerca per l’oncologia nell’area Ex Falck. Se riusciremo a portare l’Agenzia Europea del Farmaco, questo sviluppo verso la ricerca ovviamente coinvolgerà le nuove strutture ospedaliere» (citando Gallarate-Busto ma anche il progetto San Paolo-San Carlo).
Ma in che tempi si procederà sull’ospedale unico? E quali sono le tappe previste? Per ora Maroni – a fianco del sindaco Andrea Cassani – non traccia tempi certi. «Non ho l’ansia di prestazione sui tempi e sulle risorse, facciamo le cose per bene» risponde, quando gli si chiede se l’orizzonte per avviare davvero l’operazione sia il 2018 (anno di elezioni). E precisa: «Io voglio un progetto ambizioso, su cui lavorare fin da ora, che non sia condizionato adesso dalle risorse necessarie. Quelle le troveremo».
L’incontro tra Comune e presidente di Regione si è tenuto a Palazzo Borghi, municipio di Gallarate: prima una fase con la giunta, poi con i consiglieri (molti di maggioranza, con i referenti di Lega Nord e Forza Italia, Giorgio Caielli e Alberto Bilardo; per l’opposizione Edoardo Guenzani, Sebastiano Nicosia e Giovanni Pignataro).
Si è anche parlato delle aree dei due ospedali attuali: cosa se ne farà? Maroni chiede ai sindaci di ragionarci e di tracciare già ora ipotesi, che siano «ambiziose» (vedi qui).
L’ospedale unico rimane un obiettivo ben individuato, ma sui tempi non ci si sbilancia. E questo mentre sul territorio diverse voci (compresi i malumori del personale) rilevano le difficoltà di due ospedali riuniti sotto un’unica azienda, che sta accorpando reparti nell’una o nell’altra sede. Non c’è il rischio che – nell’attesa dell’ospedale unico – questi problemi si acutizzino? Maroni vuole tenere distinti i due temi e rinvia la palla al livello operativo degli ospedali: «La riorganizzazione dei reparti viene fatta dai Direttori Generali sotto la loro responsabilità, non solo a Busto e Gallarate ma in altre aziende. È uno scenario che non c’entra con il nuovo ospedale. Dipende molto di più anche da dai vincoli sulla spesa e le assunzioni che dipendono non da noi ma dal governo».
Al di fuori dei consiglieri comunali, era presente anche la consigliera reghionale Paola Macchi (del Movimento 5 Stelle, di Gallarate), che ha incalzato Maroni nel corso della fase riservata alle domande dei giornalisti. «Le versioni cambiano, qui» ha contestato Macchi, a fine incontro. «Inizialmente si diceva che il progetto serviva per ottimizzare le risorse. Si diceva di voler mettere insieme i due poli per ridurre le spese, ora si parla di ospedale d’eccellenza». Un’opzione che – rileva Macchi – arriva in uno scenario in cui ci sono molte incertezze su altri capitoli relativi alla sanità, «come sulla gestione dei cronici» (un punto su cui Macchi ha posto domande a Maroni. «Noi non siamo tranquilli» conclude la consigliera pentastellata.
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