L’ultimo saluto a Giorgio Alberti e Alessandra Zecchi è jazz
Un funerale privato, dal composto dolore e un finale pubblico, per onorare la vena jazz dell'amico. Così è stato il funerale dei due coniugi morti in via Sanvito
Un funerale privato, dal composto dolore e un finale pubblico, per onorare la vena jazz dell’amico Giorgio.
Così è stato il funerale di Giorgio Alberti e Alessandra Zecchi, morti tragicamente nei giorni scorsi in un incidente stradale avvenuto in via Silvestro Sanvito.
Giorgio Alberti, 84 anni, ed era un grande neuropsichiatra, per molti anni attivo a Milano e trasferitosi a Varese solo alcuni anni fa, ma era anche uno dei più importanti trombettisti di jazz. Sua moglie Alessandra, che tutti chiamavano Sandra, era la sorella del noto professore di estetica Stefano Zecchi, e conservava ancora un fortissimo legame con Venezia, la città di famiglia.
Alla basilica di San Vittore insieme al prevosto di Varese, monsignor Luigi Panighetti, e a altri tre preti concelebranti, la messa che ha dato l’ultimo saluto alla coppia ha visto amici e parenti – tra cui anche il fratello di Sandra, che ha evitato il più possibile le foto – distrutti e, ancora di più, sorpresi da una morte cosi tragica e improvvisa.
«Un curioso destino unisce Giorgio e Sandra, nati nello stesso giorno, e morti a poche ore di distanza dopo 35 anni di matrimonio – ha spiegato monsignor Panighetti nell’omelia – Una coppia stimata e circondata di affetto, unita anche di fronte alla morte, che ha stroncato la loro vita e lascia un vuoto grande. Ma è alla Pasqua che dobbiamo riferirci per dare un senso e una spiegazione a queste morti, che ci sembrano buie e inesorabili, ma non è cosi. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. La liturgia ci propone il vangelo della Pasqua, e ci fa bene riascoltare l’annuncio dell’Angelo, perché rappresenta la pasqua anche di Sandra e Giorgio. Perché questo dolore si accende di una luce, che colloca il tutto nell’ottica del “per sempre”: i nostri cari sono vivi, camminano insieme a noi, intercedono per noi presso il padre».
In conclusione della funzione, un commosso e sentito saluto anche dalla band amica di Giorgio: una piccola sessione jazz, iniziata all’interno della basilica e proseguita sul sagrato di san Vittore, in un commosso silenzio, spezzato solo all’ultimo da un applauso, che è suonato come l’ultimo tributo al musicista Giorgio.
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