“Qui la parola d’ordine è Exit”

Il secondo giorno della spedizione di Confindustria Lombardia e di Univa ha raggiunto Palo Alto, uno dei centri nevralgici della Bay area. Visita a Linkedin e alla Stanford university

Lombardyusa

Nell’estate del 2004, nato da pochi mesi ad Harvard, Facebook non si chiamava ancora così. Nessuno poteva immaginare lo sviluppo che avrebbe avuto da lì a poco. Eppure Mark Zuckerberg aveva già chiaro che per scoprire quale crescita fosse possibile il posto giusto era la Silicon valley. Così con i suoi amici, che sarebbero diventati i suoi soci, prese una villa in affitto a Palo alto e da lì iniziò la sua avventura. Sappiamo come è andata a finire. Una quotazione in borsa da cento miliardi di dollari e un miliardo e settecentocinquanta milioni di iscritti.

Quella stessa località è stata la meta del secondo giorno del tour di Confindustria Lombardia e Univa. Appuntamenti fitti aperti con il varesino Maurizio Gianola ormai un veterano da queste parti. Dalla Olivetti alla Silicon valley o la Bay area, come la chiamano i più facendo riferimento a un territorio più ampio di quello originario.

“Per capire la grande differenza tra gli Stati Uniti e l’Italia in materia di filosofia aziendale bastano poche frasi. Qui nella Silicon vince l’idea di “o la va o la spacca” mentre nel Belpaese si è più legati al “non fare il passo più lungo della gamba”.

IL VIDEO DI MAURIZIO GIANOLA

La storia di Gianola aiuta a comprendere bene come funziona l’economia da queste parti. Cambiamenti frequenti è sempre ruoli di responsabilità strategiche in azienda che mai sono rimaste quelle della partenza. La parola d’ordine è Exit, ovvero che tipo di uscita hanno avuto gli investitori e di conseguenza l’azienda stessa?

Un’ora intensa per comprendere bene quali sono le principali caratteristiche di una impresa nella Silicon valley.

Da lì un breve trasferimento per una visita a Linkedin dove insieme con Giovani Iacchello e Alessandro Gallo, c’era anche la delegazione della regione Lombardia con in testa Roberto Maroni.  Una presentazione dell’azienda da poco acquisita da Microsoft e poi via verso Stanford.

IL VIDEO DI GIOVANNI IACHELLO E ALESSANDRO GALLO

Ad aspettare gli oltre cinquanta lombardi c’era Alberto Salleo, professore che studia materiali nella prestigiosa università dai numeri incredibili.

“Molti si chiedono ogni giorno dove vada la Silicon valley. Per me la direzione sarà nella scienza della vita. La ricerca nell’energia, nelle neuroscienze, per conoscere di più sul cancro. Stiamo studiando e lavorando per dare risposte alle grandi questioni dell’umanità. Questa università ha numeri straordinari con un patrimonio di 30 miliardi di dollari, 1,3 viene investito in ricerca, abbiamo oltre duemila professori di cui 19 premo Nobel”.

Alberto Salleo non si sente per nulla “un cervello in fuga”. “Non sono stato trattato male dal sistema universitario italiano. Sono i casi della vita che ti spingono a fare scelte diverse e poi viverle, ma se mi venisse offerta una reale e buona opportunità e la mia famiglia mi seguisse tornerei in Italia”.

IL VIDEO DI ALBERTO SALLEO


Da Stanford allo Slac il passo è breve, anche se è bene tener conto che il campus dell’Università è di oltre 32 chilometri quadrati. Una breve visita per guardare le meraviglie dello Stanford Linear Accelerator Center.

Una giornata chiusa in un ristorante che è finito sulle pagine della stampa internazionale per la storia dei Campilongo, due fratelli calabresi che lo hanno fondato alcuni anni fa. Terun è un caso di successo nel settore più tradizionale che si possa immaginare. Loro amano definirsi una start up anche se ormai il loro locale viaggia a ricavi che presto supereranno i cinque milioni di euro. Poteva succedere anche da altre parti? Ha domandato qualcuno. La risposta di Maico (una storpiatura del nome di uno dei due fratelli Campilongo scelto da loro padre) all’inizio è stata tentennante, ma poi è arrivata un po’ scontata. “Forse poteva succedere, ma qui è più facile”.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.

Pubblicato il 07 Aprile 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.