Cala il credito alle imprese del Varesotto: -267 milioni in 6 mesi
In aumento il risparmio: nello stesso periodo i depositi sono cresciuti di 673 milioni. Lo dice l’Indagine dell’Unione Industriali sui finanziamenti delle banche al sistema produttivo
Calano ancora i prestiti nel Varesotto. Gli impieghi del sistema bancario sul territorio, a dicembre 2016, risultavano essere pari a 20,7 miliardi di euro, contro i 20,913 miliardi di giugno dello stesso anno.
In pratica, secondo i dati di Banca d’Italia, tra famiglie e imprese, è stato perso per strada un credito che ammonta a 213 milioni di euro, con una discesa percentuale dell’1%. A dirlo è l’Indagine sul Credito relativa al quarto trimestre 2016, svolta dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
Numeri che dimostrano come a trainare al ribasso il trend degli affidamenti nel sistema economico varesino siano stati soprattutto i prestiti alle imprese. Soffermandosi sul solo ammontare degli impieghi a fine 2016 delle banche tra le imprese “non finanziarie” locali il calo, infatti, risulta essere ancora più marcato sia in termini assoluti, sia percentuali: -267 milioni di euro, che si traduce in un -2,9% rispetto ai livelli di giugno dello stesso anno. In pratica si è passati da un valore del credito alle imprese di 9,116 miliardi a 8,849 miliardi.
Questo a fronte, invece, di un aumento dei depositi che sono passati da un valore di 19,736 miliardi di giugno 2016, a quello di 20,198 miliardi di dicembre. In pratica il risparmio dei varesini è cresciuto di 673 milioni di euro, con un balzo in avanti percentuale del 3,45%.
I TASSI DI INTERESSE
A livello di tassi di interesse applicati sul credito concesso solo il 19% delle imprese segnala ulteriori aumenti rispetto ai livelli della rilevazione precedente. “Un dato – spiega l’indagine svolta dall’Area Credito dell’Unione Industriali – coerente con un Euribor ai minimi storici e il generale basso costo del denaro”. Come dire: una buona notizia, ma non poteva essere altrimenti. Tra i pochi che hanno registrato un aumento degli spread, il 38% lo ha rilevato sugli scoperti del conto corrente, il 28% sugli anticipi fatture, il 17% sugli anticipi export e il 15% sugli anticipi export. Per quanto riguarda il valore dei tassi applicati alle imprese in provincia di Varese la media che emerge dalla rilevazione è la seguente:
- Sullo scoperto di conto corrente il 5,26% (con punte massime dell’11,86% e minime dello 0,5%);
- Sugli anticipi fatture il 2,24% (con punte massime del 7,45% e minime dello 0,2%);
- Sugli anticipi export il 2,21% (con punte massime del 6,45% e minime dello 0,28%);
- Sugli anticipi import il 2,39% (con punte massime del 6,8% e minime dello 0,2%).
In calo risulta poi essere la Commissione di Disponibilità Fondi, applicata sul territorio dalla gran parte delle banche. Secondo il sondaggio tra le imprese campione si è passati dalla media dello 0,24% di metà anno, a quella dello 0,21% di fine 2016.
Rimane, però, alta la quota di imprese che ha rilevato negli ultimi tre mesi dell’anno scorso un generale incremento delle spese e delle commissioni bancarie, parliamo, infatti, del 33% del campione.
LE GARANZIE
Sta poi cambiando, e non sempre in meglio, lo scenario legato alle garanzie che il sistema produttivo deve dare a copertura dei finanziamenti. Il 18% delle imprese ha segnalato, infatti, che a fronte dei fidi già in essere è stata richiesta una garanzia aggiuntiva che non era prevista in precedenza. Tra queste, nel 41% dei casi si è trattato di una fideiussione personale chiesta all’imprenditore, nell’altro 59% la pratica ha coinvolto il Fondo Centrale di Garanzia e dei Confidi.
La rilevazione si chiude, poi, con la conferma di quella che ormai sembra essere diventata una certezza. A vivere meglio il rapporto con il mondo bancario sono le imprese maggiormente internazionalizzate, quelle che hanno un fatturato legato all’export maggiore del 40%. In questa fascia le aziende che hanno riscontrato ulteriori restrizioni nel credito sono state il 6%, la metà del dato generale del 12%.
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