È morto Pinuccio Molteni l’uomo delle mille vittorie a cavallo
Più di mille gare vinte nelle corse di galoppo riservate ai gentlemen. Quando stabilì il record nel 2004 a celebrarlo c'era anche il grande Frankie Dettori. Gonnelli: «Se ne va un autentico pilastro dell'ippica italiana»
È morto all’età di 88 anni Pinuccio Molteni il gentleman rider famoso nel mondo per le sue mille vittorie nelle corse di galoppo. Il 17 agosto del 2004 a consacrarlo nella gara in cui stabilì il record all’ippodromo delle Bettole di Varese venne dall’Inghilterra anche la star mondiale dei fantini Frankie Dettori.
«Molteni è stato un pilastro dell’ippica italiana – dice un affranto Marco Gonnelli, presidente degli allenatori di galoppo – e un personaggio di livello mondiale. Le sue mille vittorie sono il frutto di un’etica ferrea del lavoro. Da cinquant’anni a questa parte lui ogni mattina alle 6 e 30 veniva a montare e poi andava al lavoro».
(nella foto Molteni e Dettori mentre tagliano il traguardo insieme a Varese)
WALID IL CAVALLO SALVATO CHE DIVENNE UN CAMPIONE
Nelle storie di uomini e cavalli ci sono degli incontri segnati dal destino, pensiamo al campione di galoppo americano Seabiscuit o al nostro trottatore Varenne, cavalli considerati di poco valore e diventati grazie all’amore dei loro proprietari campioni e icone di un’epoca. Anche Pinuccio Molteni fu protagonista di una storia simile con Walid, cavallo acquistato a un’asta francese per una manciata di euro, anzi di lire, circa sette milioni, che ricambiò la fiducia del suo nuovo proprietario a suon di vittorie, ben 28 consecutive, e premi vinti, oltre 800mila euro. Una rivelazione per tutto l’ambiente ippico italiano, tanto che Molteni fu costretto a farlo salire di categoria e Walid non lo deluse piazzandosi anche in gare prestigiose come il premio Milano e il Jockey Club. «La loro è stata una storia affascinante – continua Gonnelli – un vero connubio tra uomo e animale. Pinuccio infatti non si separò mai da Walid e anche a fine carriera lo tenne per la riproduzione, garantendogli una buona vecchiaia».
GRINTA E VOGLIA DI VINCERE A QUALSIASI COSTO
Pinuccio Molteni nell’ambiente era famoso per la sua voglia di vincere e di gareggiare. Nel dicembre del 2006 a 78 anni suonati ebbe un incidente pauroso proprio alle Bettole di Varese a causa della rottura di uno staffile che gli procurò una caduta rovinosa e la frattura di varie costole. Celebre l’aneddoto del gesso al braccio che si fece togliere da un artiere durante un viaggio verso l’ippodromo di Pisa per poter gareggiare. «Era un vero atleta – sottolinea il presidente degli allenatori di galoppo – e siccome pativa il peso faceva moltissimi sacrifici per poter montare e gareggiare, però una volta in sella dimenticava il dolore. Aveva uno stile tutto suo, non proprio canonico, ma in dirittura in vista dell’arrivo sprigionava una grinta incredibile. Pinuccio era anche un uomo di rara eleganza, sempre in giacca e cravatta e con un atteggiamento serio sia verso il lavoro che verso i suoi cavalli. Per non rinunciare all’uno e all’altro si dava degli obbiettivi, solo così ha potuto realizzare quel record straordinario».
L’AVVENTURA DELLA VARESINA
Per molti anni Molteni fu consigliere della Svicc, più nota come la Varesina, la società che gestisce l’ippodromo di Varese. Alla fine vendette le sue quote a Ligresti e portò i suoi cavalli a Pisa con qualche strascico polemico. «Lui era l’immagine dell‘ippodromo di Varese nel mondo – conclude Gonnelli – e quando decise di andare via con i cavalli in Toscana lo fece contro le ragioni del cuore, perché le Bettole era la sua vita. Infatti non appena smise di correre, finì anche l’avventura pisana. Era il gentleman per eccellenza e se ne è andato nel momento più critico dell’ippica italiana. Sentiremo molto la sua mancanza».
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