Protesta dei lavoratori delle pulizie davanti alla Grancasa: “Non ci pagano da due mesi”
Una delegazione dei 30 dipendenti della Sjbaris (consorzio Unilabor) ha presidiato la sede centrale della catena di negozi per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati
Questa mattina, venerdì, una delegazione di lavoratori che effettuano le pulizie negli store Grancasa in tutta la Lombardia hanno manifestato davanti alla sede di via Jucker a Legnano per chiedere che vengano pagati loro gli stipendi che mancano da un paio di mesi, da quando Grancasa ha smesso di pagare l’impresa Sjbaris che fa parte del consorzio Unilabor.
Guidati da Livio Muratore della Filcams Cgil di Varese hanno incontrato i vertici della catena di negozi per giungere alla chiusura della vertenza e ottenere le mensilità arretrate. I dipendenti di questa impresa di pulizie, infatti, stanno vivendo nell’incertezza più totale perchè non riescono a dialogare con i livelli superiori della Sjbaris dalla quale ottengono sempre la stessa laconica risposta: “Se Grancasa non paga noi, noi non paghiamo i vostri stipendi”.
Quindi hanno deciso di puntare direttamente all’azienda dove ogni giorno prestano la loro opera per smuovere le acque di una palude che li ha visti passare dallo sciopero al non sapere nemmeno se sono ancora dipendenti dell’azienda per la quale lavorano.
Il risultato dell’incontro tra i sindacati e la Grancasa ha prodotto, però, dei frutti. L’azienda si è impegnata a liquidare la prima parte degli arretrati al consorzio Unilabor ma solo dopo aver verificato che il consorzio pagherà gli stipendi ai lavoratori impiegati nelle sedi Grancasa (oltre a quella di Legnano ci sono anche quelle di Gerenzano, Nerviano, San Giuliano Milanese, Pavia, Pero, Cermenate, Paderno Dugnano, Sarzana).
Dal 31 maggio, inoltre, l’azienda cambierà l’impresa che si occupa delle pulizie in tutti i punti Grancasa e i lavoratori attualmente in forza alla Sjbaris dovranno essere assunti dall’azienda subentrante: «Vigileremo su tutti questi passaggi – assicura Muratore – ci riterremo soddisfatti solo quando tutte le spettanze dei lavoratori verranno saldate e la nuova impresa prenderà in carico questi lavoratori»
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Quanto stimo queste persone. In ostaggio di questi giganti della distribuzione a cui abbiamo letteralmente aperto le porte senza condizioni e che hanno contribuito a creare una catena di sfruttamento con subappalti e consorzi.
Alla fine ci rimette sempre il lavoratore.