Rivolta interrogato in carcere, si difende e non si dimette
Il sindaco di Lonate, arrestato martedì, resta in sella e risponde alle domande degli inquirenti negando ogni addebito. Per il momento non si dimette, in attesa della decisione del Gip sulla misura cautelare
Danilo Rivolta, assistito dal suo avvocato Felice Brusatori, ha risposto (questa mattina, venerdì) per oltre tre ore alle domande del giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile alla presenza del procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico e dei sostituti procuratori Luigi Furno e Luca Pisciotta nel carcere di Busto Arsizio dove è rinchiuso da martedì con le accuse di concussione, abuso d’ufficio e corruzione.
Secondo il suo legale il sindaco di Lonate Pozzolo avrebbe chiarito tutti gli episodi che lo vedono coinvolto e avrebbe respinto tutte le accuse che gli vengono mosse dalla Procura di Busto Arsizio. Rivolta avrebbe ammesso che in Comune a Lonate c’era un clima pesante ma che non sarebbe per causa sua mentre la decisione di rimuovere il comandante della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Ferno e Lonate Maria Cristina Fossati sarebbe stata presa dall’intera unione, quindi anche dal sindaco Mauro Cerutti (sindaco uscente, ndr).
Anche le intercettazioni, secondo la ricostruzione fornita da Rivolta agli inquirenti, non avrebbero un valore probatorio in quanto sarebbero decontestualizzate dal loro contesto. In merito alle offese e alle minacce che avrebbe profferito in una di queste conversazioni captate avrebbe chiesto scusa al sostituto procuratore Luigi Furno, obiettivo delle sue invettive. I soldi per il salotto? Servivano per realizzare una libreria su misura ma nega che i soldi siano arrivati dallo studio del fratello Fulvio.
Per gli uffici di largo Giardino, in realtà, molte delle dichiarazioni rese sarebbero una sostanziale ammissione dei reati che gli vengono attribuiti, una specie di confessione inconsapevole. Non sarebbe riuscito a spiegare molte delle mail che ha mandato e nelle quali apparirebbe evidente la sua gestione degli affari della Proget Srl, formalmente intestata al fratello Fulvio.
Per il momento, inoltre, non sembra essere intenzionato a dimettersi dalla carica di primo cittadino, in attesa della decisione del Gip sulla misura cautelare: «Credo che la questione verrà affrontata settimana prossima – dice Brusatori – è successo tutto molto velocemente».
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ma perché dimettersi, ha solo rubato come tanti colleghi più importanti che sono in parlamento; d’altronde uno, oggi, fa politica solo per arricchirsi! altro che servizio!!!!