Addio Nautilus, i ricordi uniscono 5 generazioni
Gli eccessi, gli amori, la cronaca nera, la musica, i chilometri a piedi per arrivarci. I ricordi di chi lo ha frequentato

Abbiamo chiesto ai nostri lettori su Facebook di raccontarci un ricordo delle sere e dei pomeriggi passati al Nautilus, un locale che ha attraversato almeno 5 generazioni dai primi anni ’70 al 2015.
Da venerdì il destino di questo luogo del divertimento è ormai segnato con la decisione del consiglio comunale che ne ha permesso il cambio di destinazione.
Quello che ne è venuto fuori è un caleidoscopio di esperienze personali che vi riassumiamo con i commenti più significativi.
Gli eccessi
Stefano Bacco ricorda, invece, i momenti truci che si vivevano nella sala rock, detta anche la fossa: “Le bottiglie di MC Farland che volavano in sala rock”
Franco Beretta, invece, ci riporta agli anni ’90: “Ricordo il cerchio intorno ai tamarri che ballavano con canotta bianca e capello lungo bagnato in sala dance negli anni 90. Rimarrà nella storia…”
Marco Mandile ne ha un ricordo particolare: “Ho bevuto il mio primo superalcolico (il famigerato Angelo Azzurro) e sono caduto”.
La cronaca nera
Federico Cermesoni ci riporta a quel maledetto 2000, quando il locale finì sullepagine di cronaca nera di tutti i media italiani: “Tutti abbiamo bei ricordi, e pochi ricorderanno l’anno 2000 quando vennero uccisi i buttafuori, per difendere la demenza dei figli”.
Gli amori e i figli del Nautilus
Elisabetta Fratin: “Avevo 15 anni la prima volta che sono andata li adesso ne ho 51. In più il mio primo amore l’ho incontrato al Nautilus che nostalgia tanta bella musica”.
Valeria Cappato è una figlia del Nautilus: “I miei genitori vi si conobbero nel 1970… ed eccomi qui”. Anna Corradini la segue a ruota: “I miei si sono conosciuti al nautilus la sera dell’inaugurazione”.
Paola Serra ci riporta all’anno 1976: “Il primo bacio con il mio grande amore, tante serate bellissime in piscina di notte e sull’altalena in due, felici e innamorati,ricordi bellissimi. Ora che lui non c’è più quei ricordi sono ancora più preziosi”.
Esserci ad ogni costo
Antonella Lualdi è una delle prime ad esserci entrata: “Ci sono andata appena hanno aperto. Ci andavo solo la domenica pomeriggio perché ero giovanissima e la sera non si usciva. Facevo l’autostop da Busto con le mie amiche”.
Ermanno Martello ricorda i primi anni ’80: “Da Milano, la domenica, si usciva a mezzogiorno da casa per arrivare in tempo (bus+metro1+metro2+treno+navetta). Quando attaccava HM Mania degli Holocaust sapevi che n’era valsa la pena”.
Moreno Mancin racconta del capodanno 74/75 quando si fece a piedi diversi chilometri per arrivarci: “Fu il mio primo fuori casa con gli amici siamo arrivati in treno fino a Gallarate e poi a piedi fino al Nautilus. Era la mia prima volta in quel locale: avevo 15 anni ed ero elettrizzato. Da allora, per altri dieci anni, tanti altri bei sabato sera di divertimento e di rimorchio ragazze, tanta bella musica, qualche scazzottata, bei tempi che non tornano più. E’ come se si fosse cancellato un pezzo della mia vita”.
Le compagnie di amici
Donata Farioli: “Ricordo i giovedì sera con le amiche, il sabato sera il ritrovo in sala metal con gli amici e anche le domeniche pomeriggio. Il Nautilus era l’unica discoteca che mi piaceva. Se non avevamo la macchina via con l’autostop. Se non c’erano i soldi per entrare non aveva importanza, si stava anche fuori dove si conosceva un mucchio di gente. Bei tempi quelli! È strano ma anche se il tempo è passato e il Nautilus è stato chiuso il fatto che fosse sempre lì era come un punto fermo che ricordava una splendida giovinezza fatta di musica e grandi compagnie e ora la notizia che ci faranno un centro commerciale è come venir derubati di un pezzo di vita”.
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