Coinger verso la tariffa puntuale, ma non tutti sono d’accordo
Su 26 Comuni, 5 si astengono e 4 votano contro. I sindaci di Albizzate, Lozza e Besnate esprimono i loro dubbi su costi ed efficacia e chiedono fase sperimentale

I Comuni del consorzio Coinger votano – a maggioranza – il progetto di transizione alla Tariffa Puntuale di Bacino: diciassette Comuni hanno votato favore, cinque astenuti e sono quattro quelli che hanno votato contro.
E sono proprio i sindaci perplessi a uscire allo scoperto spiengando le loro ragioni. Lo fanno con una nota congiunta che viene firmata da Giuseppe Licata (Lozza), Mirko Zorzo (Albizzate) e Giovanni Corbo (Besnate), tre sindaci che guidano – tra l’altro – amministrazioni di colore politico diverso.
Il punto da cui si parte è appunto l’applicazione della tariffa puntuale, che prevede «un costo direttamente proporzionale alla quantità dei rifiuti solidi urbani che l’utenza stessa ha prodotto e che verrebbe calcolato dotando i sacchi viola di un microchip e attraverso dei sistemi di rilevazione automatici». «La Coinger Srl vincolerà i Comuni soci ad avvalersi di un più ampio pacchetto di servizi, per esempio lo spazzamento delle strade, di cui, tuttavia, non tutti i Comuni effettivamente necessitano». I tre sindaci chiedono «maggiore cautela ed ulteriori approfondimenti», su alcuni aspetti specifici.
Il primo: i Comuni dovranno cedere a Coinger la gestione della Tari, la tariffa rifiuti che oggi è – tra tutte le imposte locali – l’unica che è ancora modulabile dal Comune (anche se va ricordato che per legge deve coprire interamente ed esclusivamente i costi di raccolta e smaltimento). Le altre imposte infatti sono nei fatti ben poco flessibili, essendo «TASI, IRPEF e IMU bloccati per legge».
Secondo, l’aspetto occupazionale o meglio l’impatto sui conti dei Comuni del personale: «in molti Comuni ci sono dipendenti attualmente destinati a servizi che Coinger Srl intenderà erogare con personale proprio; gli stipendi di questo personale, che ovviamente non potrà essere licenziato e dovrà essere destinato ad altre mansioni, non potranno più essere “caricati” sulla TARI, ma neanche su gli altri tributi che, come detto prima, sono bloccati dello Stato: sarà quindi probabilmente necessario effettuare dei tagli ad altri servizi».
Altro aspetto dubbio, l’impatto della tariffa puntuale, con un timore spesso diffuso quando si parla di questo sistema di raccolta: «È facilmente preventivabile un significativo incremento dell’indice di abbandono dei rifiuti con le relative problematiche connesse alla prevenzione, rimozione e relative sanzioni per le quali non sono ancora state proposte soluzioni convincenti».
Infine, la questione dei costi: «gli ingenti, e non ancora ben definiti, investimenti iniziali relativi all’acquisizione delle tecnologie necessarie per il conteggio automatico dei sacchi viola, insieme al vincolo di acquisire un intero pacchetto di servizi accessori, si tramuteranno in un aumento medio del costo in bolletta per i cittadini, costo che dovrebbe parzialmente e gradualmente diminuire in un certo numero di anni, anch’esso non ben definito». A corollario, c’è la preoccupazione sulla« ripartizione dei costi tra i Comuni», che «è stata effettuata sulla base delle superfici (mq) tassabili contenute nelle banche dati comunali che non sono state preliminarmente aggiornate e verificate».
I sindaci “dissidenti” chiedono dunque «una ampia fase sperimentale nel corso della quale valutarne la reale fattibilità e la prevalenza delle ricadute positive rispetto a quelle negative». E dicono che il voto non unanime (ai contrari si aggiungono anche gli astenuti: 9 “dubbiosi” su 26) sia «un segnale non sottovalutato dagli amministratori Coinger ed un monito a ponderare i prossimi passaggi operativi tenendo in considerazione le esigenze di tutti i Comuni soci».
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