Giovani inventori crescono nel “progettificio” del Facchinetti
Negli ultimi anni sono state sviluppate idee innovative premiate con riconoscimenti. La docente Ornella Pili spiega il segreto di questo laboratorio
Un poggiatesta elettronico per evitare i colpi di frusta e limitare i danni provocati dagli incidenti stradali. Un autobus alimentato dalla forza cinetica prodotta dai passeggeri. E, ancora, un dispositivo di segnalazione di frenata wireless per bicicletta, un braccio robotico che interpreta il linguaggio dei segni (LIS), un dispositivo in grado di segnalare l’inquinamento acustico nelle mense scolastiche e un antifurto per arnie.
Non siamo all’Ufficio brevetti. O, almeno, non a quello ufficiale. Tutti i prodotti citati sono stati pensati e realizzati nel laboratorio di elettronica dell’Isis Facchinetti di Castellanza: « Ogni anno rimaniamo colpiti dalla creatività dei nostri alunni. Noi docenti non dobbiamo fare altro che coltivare le idee e sostenerli nel cammino della progettazione».
La professoressa Ornella Pili è il tecnico di questo laboratorio da cui, negli ultimi anni, sono usciti diversi prototipi che hanno conquistato le pagine dei giornali e l’interesse delle aziende spesso partner attive: « Il laboratorio è lo stesso, le dotazioni, anche, i docenti pure – commenta Ornella Pili – Ogni volta, però, è una scoperta, un cammino inedito proprio grazie alla creatività, alla fantasia e alla motivazione che anima questi ragazzi».
Molto più che nel passato, oggi il processo di formazione degli alunni passa attraverso l’acquisizione delle competenze: « Il vero snodo della didattica è stata l’alternanza scuola lavoro. I ragazzi vivono esperienze in aziende e tornano in classe forti del clima che lì si vive, consapevoli del valore di una mission e di una visione».
Grazie a una sinergia costante e proficua con le imprese, nei laboratori del Facchinetti di Castellanza si crea e si sperimenta: « I giovani hanno anche un canale speciale che li ispira ed è internet. Navigano in rete, acquisiscono idee, verificano cosa esiste e individuano le potenzialità ulteriori. Sono ispirati e sono come molle che scattano alla prima occasione».
E, al Facchinetti, l’occasione si presenta sin nell’estate alla fine della seconda: « Li invitiamo a lavorare su un robot da presentare al loro rientro. Sono opportunità che innescano curiosità, voglia di fare e mettersi in gioco. C’è spesso anche competitività, ma di quella sana che permette agli studenti di sfidarsi ma sanno anche soccorrersi a vicenda davanti a difficoltà».
Nel “Progettificio” del Facchinetti a divertirsi non sono solo i ragazzi: « Loro imparano e sperimentano ma anche noi docenti innoviamo, cambiamo, lasciamo da parte approcci e sistemi che fanno parte della nostra routine. È bello lasciarsi contagiare dall’entusiasmo e scoprire insieme a loro cose nuove. Spesso sentiamo dire che le nuove generazioni sono demotivate, svogliate. Invito tutti a venire a vederli all’opera, inseguire un sogno, impuntarsi per superare una difficoltà. Sono emozioni che non si descrivono. Si vivono… E noi siamo pronti a ripartire a settembre: stesso laboratorio, stesse risorse, ragazzi nuovi con idee diverse. Ed è di nuovo sfida».
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