Protesta in consiglio comunale per l’operaio comunale
Valerio Karayan è stato licenziato, il tribunale ha detto che il licenziamento è illegittimo, ma l'azienda è in liquidazione. "Il Comune ripari"
“No licenziamenti illegittimi, no a discriminazioni. Chi ha sbagliato rimedi”. Con questo e con altri messaggi, scritti su cartelli e striscino, il sindacato di base AdL (Associazione dei Lavoratori) ha protestato in consiglio comunale a Samarate a fianco di Valerio Karayan, operaio cimiteriale licenziato – ha accertato il tribunale del lavoro – in modo illegittimo dall’Asc.
L’Azienda servizi comunali di Samarate è da due anni in liquidazione e i vari servizi sono stati progressivamente dismessi. L’assetto dell’azienda non c’entra con la vicenda di Karayan (licenziato adducendo motivi disciplinari), ma di fatto anche un impedimento alla riassunzione. L’azienda è stata comunque condannata a rifondere cinque mensilità arretrate all’operaio.
I cartelli di protesta se la prendevano esplicitamente con il liquidatore Ugo Gaspari (che aveva preso la decisione del licenziamento) e con il sindaco Leonardo Tarantino, che ha difeso l’operato del liquidatore nel merito. Tarantino viene chiamato in causa ovviamente perché l’ente Comune è il socio dell’azienda. «Se l’azienda non riassume l’operaio licenziato, siamo convinti che il Comune può e deve trovare una nuova collocazione» ha aggiunto Fausto Sartorato, sindacalista AdL, che contesta anche lo spreco di denaro pubblico nella lite giudiziaria. Breve la replica del sindaco in consiglio comunale, che ha anticipato l’intenzione di una commissione dedicata.
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