Puzze tra i due paesi “molestie trascurabili”
È il risultato del rilevamento effettuato negli ultimi mesi da Arpa Lombardia, ascoltata oggi in commissione territorio. “Le rilevazioni coi nasi riprenderanno una volta riattivata la Civelli costruzioni”
Nella zona fra Gavirate e Bardello, Arpa Lombardia ha effettuato diversi monitoraggi e non solo alla Civelli Costruzioni, visitata due volte, ma anche in altre 8-9 occasioni, in altre aziende che utilizzano plastica nei processi produttivi. Inoltre dalle rilevazioni dei volontari sul territorio emerge che gli odori percepiti siano da classificarsi come “molestie trascurabili”.
La notizia è stata data nel corso della commissione territorio riunitasi oggi in Comune per trattare l’argomento “odori/miasmi” dal punto di vista del soggetto deputato a verificare eventuali emissioni. Erano presenti due funzionari di Arpa Lombardia e per l’amministrazione comunale il capogruppo Gianni Lucchina, della minoranza, e l’assessore al bilancio Fabio Bramaschi, oltre all’ufficio tecnico.
Il punto è, come noto, la lamentela di numerosi residenti fra Gavirate e Bardello – in 500 hanno firmato petizioni e appelli – che nel corso degli anni si sono rivolti alle rispettive amministrazioni per lamentare emissioni fastidiose. Da qui i tavoli tecnici e il coinvolgimento dell’Agenzia Regionale per l’ambiente assieme alla quale sono stati organizzati i monitoraggi coi volontari, una ventina, i cosiddetti “nasi”.
IL LAVORO DI ARPA – Dal punto di vista delle rilevazioni, non sono state rilevate in questi mesi criticità. Arpa non ha nascosto che uno dei punti attorno ai quali gravitano molti discorsi sui miasmi tira spesso in ballo la presenza della Civelli costruzioni, azienda posta al confine dei due paesi e che produce bitumi. Ora l’azienda è chiusa per il rinnovo degli impianti, dotati di un sistema di monitoraggio in continua che permetteva di emettere un allarme in caso di sforamento dei valori. “Situazione che non si è mai verificata dal 2014 ad oggi” hanno detto da Arpa. Ma, oltre a questa ditta, ve ne sono anche altre, nella zona, che utilizzano plastica nei processi produttivi, segnalate dalla “mappatura” del territorio per opera della polizia locale.
Uno dei problemi sottolineati dai cittadini, infatti, è il forte odore di plastica bruciata che si avverte in alcuni momenti. In tutti rilevamenti Arpa non ha trovato situazioni di emissioni.
LE CENTRALINE – «Ma non sarebbe negli mettere le centraline di rilevamento, in modo da capire da dove arrivano queste emissioni?». La domanda, posta da Gianni Lucchina ha anche in questo caso trovato risposta da Arpa: Gavirate e Bardello hanno richiesto l’installazione di centraline mobili che tuttavia – oltre ad essere molto richieste e per le quali vi sono lunghi tempi di attesa – sono in grado di indagare soprattutto presenze di polveri fini e di inquinanti da traffico. Cosa che potrebbe tornare utile per comprendere i livelli di traffico, anche pesante, dovuto alle attività produttive della zona; ma ben più difficile per rilevare le altre sostanze, che comunque, anche se “lette” dalla macchina, non possono ascriversi ad un impianto specifico: in questo caso il solo monitoraggio in continua, sul camino, può garantire un controllo effettivo.
I NASI – Per capire dove queste puzze vengono avvertite, si diceva, Arpa aveva partecipato ai tavoli tecnici per istruire i volontari sparsi sul territorio che avrebbero dovuto specificare su appositi moduli la presenza o meno di emissioni su di una scala di valori. Il primo rilevamento è stato fatto e dall’elaborazione dei dati è emerso che si tratta di “molestie trascurabili”: troppo bassa la soglia entro la quale sono stati avvertiti momenti di aria irrespirabile, insomma.
Il monitoraggio oggi è sospeso e per un motivo specifico. La ditta Civelli, infatti, descritta come “potenziale sorgente” di emissioni odorose, in questo momento è ferma in attesa che la conferenza di servizi dia il via libera per l’ammodernamento dell’impianto, che avverrà per fine anno. Da quel momento dovranno passare 90 giorni per il collaudo degli impianti e dei sistemi di sicurezza, e solo dopo quel periodo di prova i nasi potranno tornare in azione per sentire che aria tira, magari in numero superiore e distribuiti su di un’area più estesa.
Una riunione piuttosto tecnica, andata molto sul concreto, quella di oggi pomeriggio, dove si è chiaramente affermato un principio importante: non è detto che ciò che puzza sia pericoloso per l’uomo. Ma quand’anche non lo fosse, la sola presenza di un’emissione che produce fastidio va identificata e sanata, come previsto dalle nuove regole della normativa regionale in materia.
Ora sarà interessante analizzare la relazione di Ats inviata agli amministratori in merito all’analisi sanitaria nella zona in questione: «Questo potrà essere oggetto di un’altro approfondimento in commissione», ha commentato Gianni Lucchina, «auspico che non si fermi questa strada che abbiamo cominciato a percorrere per fare chiarezza su di un problema molto sentito dai cittadini di Gavirate».
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