Tagli all’asilo di Sciarè? I genitori convocano un’assemblea

Aria agitata alla materna parrocchiale Borgomanero. Gli accenni fatti dall'amministrazione comunale non lasciano tranquilli i genitori

Sciarè generica

Il passaparola è iniziato nelle settimane passate e ha trovato una forma visibile in un volantino, girato nei giorni scorsi. Passato di mano in mano tra genitori e famiglie, preoccupati per il futuro della scuola materna Borgomanero di Sciarè e dalla possibilità di un taglio al contributo che il Comune dà all’asilo.

Il motivo dell’agitazione è richiamato nello stesso volantino girato nei giorni scorsi, che riprende l’articolo di un quotidiano che riportava a marzo alcune dichiarazioni del sindaco Andrea Cassani. Che nei mesi scorsi non ha nascosto la sua intenzione di tornare a ragionale del capitolo di spesa destinato a Sciarè. «Ad oggi l’istituto privato riceve 45mila euro all’anno, che equivale a 555 euro ad alunno, e stiamo facendo una serie di valutazioni» spiegava Cassani. «Capiremo bene come gestire la questione, ovviamente coinvolgeremo anche il monsignore Ivano Valagussa», proseguiva il primo cittadino.

«Uno scenario che non ci lascia tranquilli» dice Francesca Balzarini, una delle rappresentanti di sezione, che insieme alle “colleghe” Alessandra Bragonzi e Alessandra Mara si è attivata nei giorni scorsi. «Abbiamo intenzione di incontrarci, tutti i genitori insieme, per capire cosa si può fare».

Il tema dei costi era stato rimesso sul piatto dal sindaco in particolare nei giorni della “crisi” degli aumenti delle tariffe della Fondazione Scuole Materne. E quel riferimento ai «555 euro a bambino» era stato già allora interpretato a Sciarè come un modo per contrappore l’asilo parrocchiale a quelli del Consorzio (che peraltro avrebbe un costo a carico del Comune più elevato).

Il costo di 45mila euro è in realtà “oscillante”, nel senso che è legato al numero di sezioni: 15mila euro per ogni sezione, in questo momento tre sono quelle attivate. Frutto di una convenzione di antica data, risalente a inizio anni Novanta e modificata nel 2010, sindaco Nicola Mucci. Validità dopo l’ultimo rinnovo: fino al 2019, ma con possibilità per il  Comune di rivederne i termini anche prima della scadenza. Ed è questa la precoccupazione che serpeggia.

Oggi l’asilo è frequentato da 80 bambini (nelle tre classi attivate) e prevede sette lavoratori, tra maestre e cuoche. Una realtà che tocca diverse famiglie, oggi preoccupate. Sul volantino viene indicata anche la data – martedì 6 giugno – dell’assemblea convocata per discutere dei possibili tagli, fatti intendere dall’amministrazione ma ad oggi ancora ipotetici.

«Vedremo poi come muoverci, vedremo anche le idee che emergeranno nella serata dai vari genitori. Quella che viviamo oggi è una preoccupazione comune, condivisa sia da chi ha già figli nella scuola, sia da chi inserirà i bambini dal prossimo anno, sia da chi si sente legato a questa scuola per motivi di affetto, perché l’ha frequentata».

Non va dimenticato che questa piccola scuola è un presidio importante per il quartiere, esistente dagli ormai lontanissimi anni Cinquanta, quando Sciarè era un quartiere operaio separato dal centro città e con pochissimi servizi (non c’era neppure la chiesa: si diceva messa nel salone sopra al circolo di rione). Ancora oggi è un luogo centrale anche “fisicamente”, di fianco alla chiesa, a ridosso dell’incrocio che conduce alla stazione, punto nevralgico del quartiere.

Un luogo simbolico, ma anche vivo e necessario oggi, sottolineano i genitori: «Quello che ci dà questa scuola non ce lo danno le altre scuole, sia per impegno delle insegnanti, sia per coinvolgimento delle famiglie, sia per il suo essere un luogo importante di riferimento per la comunità».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Giugno 2017
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